Mr Diagonal – Join the Dots (autoprodotto, 2024)

Il curriculum di droghe assunte da Mr Diagonal, correttamente inserito nella sua cartella stampa, è giustamente interessante. Oppio, ayahuasca, funghi allucinogeni, colla, noce moscata e cataflam.

Un regime interessante, che sicuramente, al pari delle varie esperienze da busker, registiche e ciondolanti ci portano ormai ad un 54enne musicista scozzese che dopo aver percorso studi classici ha imboccato una via sbagliata e che ha composto questo disco per la sua visita al Fringe Festival (dal 2 al 26 agosto) di Edimburgo.

Una via dove il cantautorato incrocia il musical e la grandeur dell’opera pop, dove il racconto si esplora con le onde dei crescendo dietro le orecchie e dove l’enfasi la fa da padrona insieme allo splendido completo di lino di Mr Diagonal.

I malinconici sonnambuli della Brexit passeggiano in una limbica stasi anni ‘80, un sentore bowiano in balera, ed i viaggi mentali di un menestrello. Un disco, Join the Dots, che ci presenta se stesso ed il suo autore con dei piccoli flash che ancora non sappiamo di quale disegno più grande facciano parte. Un disegno nel quale entra un flauto malandrino in una Brixton Pastoral che piacerebbe a Norman Cook, ma anche dei beats che attirerebbero di sicuro l’attenzione dei Talking Heads in Can’t Kill The Love. La dedica a David Attenbourgh è toccante e divertita, mentre la successiva Obvious è assolutamente spassosa e porta nel giardino di quel mezzo genio di Parker Paul, che così bene agì per conto suo dopo i meravigliosi Curious Digit. Con il passare dei brani Mr Diagonal si dimostra eclettico, brillante ed arguto, chiudendo alla grandissima con la politica alla berlina di I Feel Terribly Dad, tanto arguta quanto amara.

Ora, non vorrei dirvi io come gestire le vostre ferie ma qualora il fuori vi spingesse verso la Scozia beh, una scorsa al programma del Fringe la darei senz’altro!

Non esiste uno streaming completo a questo giro, cercate ovunque, recuperatelo e fatelo vostro in qualche modo!