Miriam – Sing a Beast + 5 tracks ep (Dissipatio/autoprodotto, 2025)

Il mondo animale è da sempre collegato a noi derelitti umani. Li disegniamo in tenera età, li ammiriamo e li temiamo, ce ne nutriamo e ce ne impossessiamo. Era il 1972 quando Vinicious De Moraes con Sergio Endrigo e Sergio Bardotti (e molti altri) producevano Arca, il 1974 quando Maria Monti firmava il suo straordinario bestiario.
Poi poca, pochissima cosa fino all’esordio di Miriam, nomea che Mariella Modonese si è scelta per questo mirabile manufatto edito da Dissipatio. Un disco che sofficemente passa nel mondo animale sembra temere di svegliarne gli esemplari dormienti, con una delicatezza toccante e la mano leggera di Miriam che accompagnata dal figlio Fabrizio Modonese Palumbo (ed a Paul Beauchamp in sede di regia) riesce non ad evocare ma a fare un lavoro diverso. Crea i presupposti, gli ambienti affinché questi animali possano muoversi e vivere, senza provare ad imitarli od a vezzeggiarli, facendo il passo indietro che un umana dovrebbe fare. Poi, cosa importante imbastisce un corollario sonoro che riesce a sostenere la situazione, senza cercare di stupire ad ogni costo ma creando un viaggio coerente.
Poche le collaborazioni, Marco “il Bue” Schiavo alla batteria, Paul Beauchamp alle tastiere, Alexa (colpevole delle virtù e della fama del pangolino!) alla voce e Francesca Sebastian Popuolo al flauto.
Tocca vertici di bellezze inaudite come una Istrice Serenade imperdibile, ed una the Capybara Dance irresistibile nel suo accenno di pochi secondi. Ma, soprattutto, c’è quell’unione cosmica e liquida, quell’amplesso idrostatico che è Sex in The Sargassi, 13 minuti e mezzo di batterie, profondità marine e gittate di energia che lasciano senza fiato. I Barracuda e le loro percussioni ci danno lampo per chiudere qui la storia, con una voce squillante che ci riporta all’attenzione, dovuta di fronte a tali specie.

In realtà fine non è, che Miriam ha deciso, per le sue prossime date, di rendere disponibile un’ep di cinque tracce assolutamente incredibile:
La Via Giulio 22 di Alone mette i brividi per il suo viaggiare sul crinale fra pazzia e gogna di genere (che automaticamente abbino a quanto osservato nella mia visita al Museo di Cesare Lombroso nell’ultima sortita tornese). A colpire è la stanchezza espressa, che sembra essere tolta di bocca ad una popolazione insieme mettendo i brividi. A questo si aggiunge una Io, tu e le rose, da sempre un cuore gonfio che nasconde un baratro. Mariella lo trasforma in una toy music vocale, stentorea e luminosa, come la musica italiana riletta da un’aliena. Con Many Kisses dei Chrisma siamo nella più coerente riduzione casalinga, quasi fosse l’autrice delle demo per le lavorazioni di Moser/Arcieri. Poi Françoise Hardy per una resa di un brano per il quale scriverne sarebbe superfluo, che non servono le mie indicazioni per emozionarsi suvvia. I titoli di coda sono quelle di Jayne County per Derek Jarman, in una 9 to 5 che vorremmo come reale giornata lavorativa. Carattere, stile, svacco, un personaggio che ha sostanza, stile e personalità. Miriam, Mariella, l’esordio non poteva essere più dritto di così, ora aspettiamo il resto, in qualsiasi forma tu lo voglia!