Under the Volcano di Mike Cooper ruba il titolo ad un racconto di Malcolm Lowry ma si focalizza (al contrario della location messicana delle pagine) sulle isole Hawaii e sulla chitarra Lap Steel che proprio là fu inventata, da Joseph Kekuku, nel 1889. Una sorta di tributo che mette in circolo tocchi più concreti, arie tropicali e sperimentazioni all’insegna di un suono libero e salmastro. Titolo ed arie ci fanno entrare in un territorio ancora incontaminato con la leggerezza di un insetto che spilucca polline dai fiori come Mike note dallo strumento. Una sorta di magia ipnotica in the Road to Hana, con luccichii ubriacanti che ci fanno letteralmente sballare. Gli intrecci fra il suono della chitarra ed il canto degli uccelli apre scenari nei quali le isole riescono a trascendere la loro posizione fisica e geografica per diventare un luogo del cuore, sovrapposto alla Valencia dove il disco è stato registrato e dove Mike, inglese di nascita ma errabondo per natura, risiede al momento. La musica va oltre l’ambientazione e questo è ampiamente dimostrabile ascoltando il blocco centrale del disco, con Kahakalua With Richard Ho’opi’i ed At Casanova’s Makawaoche trascendono la tradizione utilizzando lo strumento per portarci in una fioritura di sorpresa sonora, con arie metalliche intaccate dal passare del tempo ad incastonarsi insieme a paesaggi bucolici. Si vola, letteralmente, in nove brani che confermano la maestria di Mike nel farci muovere stando nel caldo dell’Europa Centrale, una colonna sonora nelle orecchie ed un film proiettato all’interno delle nostre palpebre.
Mike Cooper – Under the Volcano (autoproduzione, 2024)
