Scoppiettante garage ‘n’ roll per questi decani perugini, iperattivi dal vivo, ma con un tiro di tutto riguardo anche in studio . Keyboards, chitarra twang e voglia di fare casino. I numi tutelari sono indubbiamente The Hives ma si indietreggia di decenni fino alla svagata spensieretazza di Duane Eddy. La band si destreggia disinvolta tra le torsioni dei Cramps, Black Lips e perchè no, perfino The Ventures. Roba da ballare con una discreta pronuncia dell’inglese e indubbiamente la mentalità giusta per il genere. Un lavoro con ogni cosa al posto giusto, più o meno come certi outfits che vediamo sfilare al Summer Jamboree da quasi vent’anni. Rock and roll primordiale, ma mai ruffiano o scontato. E’ palese che Girl In The Zoo sia un omaggio a Lux Interior e Poison Ivy, ma che importa: siamo talmente orfani dei Cramps che benediciamo qualsiasi cosa ce li possa fare tornare in mente. Non li abbiamo ancora visti live ma speriamo si massacrino on stage quanto facevano gli immortali ispiratori. “Naked girl fallin’ down the stairs! It was a naked girl right in my face!”