Melos Kalpa – s/t (Hands in the Dark, 2024)

Molta carne al fuoco in questo nuovo e forse estemporaneo progetto. Sotto la supervisione di Marta Salogni Agathe Max degli Abstract Concrete, Jem Doulton della band di Thurston Moore, Tom Relleen dei Tomaga e David John Morris dei Red River Dialect si incontrano sin dal 2019 arrivando solo ora, dopo la morte del membro dei Tomaga, al compimento di un disco che si prospetta oscuro ed evocativo sin dalla copertina. Nella prima Motion Parallax sembra di sentire mondi in cunione, tra i Far East e West, senza collisione ma in abbracci apparententemente insensati. Poi gighe dub che ci fanno viaggiare in un mondo cosmopolita ridotto in una Londra che si apre agli incroci più bastardi, fra pelli e metalli che riescono ad evocare trance convulse e reattive, nelle quali gli scampanelli ci ricordano di fare molta attenzione alle piste ciclabili del quartiere. Ci sono braci arabe, fuochi giamaicani e rigore inglese nei Melos Kalpa, oltre ad una supervisione italiana che riesca a legare tutto quanto in una sorta di folk music dell’altro mondo, sia essa legata alla più prossima ed umida Tanger in africa settentrionale o nelle North Sands che sembrano popolate di piccoli mattoncini giocattoli, lo spendersi dei Melos Kalpa non sembra mai gratuito ne superficiale. C’è una padronanza del ritmo e della calma senza pari, lasciando che l’atmosfera vada a formarsi senza pressione ne fretta, seguendo a tratti alcuni spunti della psichedelia più tribale ma mantenendosi sempre su toni leggeri e spigliati, seppur serrati come nella fase iniziale di Melos Rhythm, treno cristallino e minimale che estende il suo raggio fino ai 22:23 di durata portandoci fra deserti e foreste, leggeri e quasi carezzando il terreno al loro passaggio. Melos Kalpa è unità cangiante e la speranza è che il progetto non perda l’occasione di passare del tempo produttivo insieme considerando il tenore della propria opera. Anche in questo momento, dopo circa un’ora di viaggio insieme, si percepisce la modalità dell’incontro e dell’incrocio, che riesce a gestire il lungissimo momento che ci condurrà al finale ed allla pura magia psichedelica. Melos Kalpa, infinità costruzione di melodia, è giunto forse già al suo termine, viva Melos Kalpa.