Meg Baird – Furling (Drag City, 2023)

L’attacco di Ashes, Ashes: batteria, pianoforte, la voce sinuosa di Meg Baird in sottofondo che sembra salga dal mare, nascosta. Sembrano ceneri fertili, parti ormai passate e fossili, corroboranti e capaci di rigenerare tessuti ed ambienti. Poi la chitarra, ad aprire praterie che sembrano essere piene di luce, una voce d’altri tempi, classica e lirica. Meg Baird è riemersa, 8 anni dopo il suo ultimo album in solo, con un lavoro che brilla di luce propria, togliendo ogni orpello, giocando con chiaroscuri che riescono a rivelari scenari sinistri (la vibrante Ship Captains). Il disco è stato registrato ai Louder Studios da Tim Green, piccolo genio del suono che riesce a valorizzare la leggerezza di Meg (nonché splendido musicista, che imperversava nelle notti d’altri tempi con i suoi The Fucking Champs per chi volesse conoscerne altri lati) e Meg si è fatta accompagnare unicamente da Charlie Saufley, suo collega in Heron Oblivion, convivente e partner. Le scelte sono state quelle giuste, per un disco che scorre come l’acqua fresca, intenso e vero, quasi puro. Con Will You Follow Me Home? il suono sembra gonfiarsi, andando in una direzione quasi cinematografica ed hollywoodiana molto intrigante ma è già ora della chiusura, purtroppo. Piano e voce, Wreating Days, talmente bella e toccante che non potrebbe esserci chiusa migliore, sperando di non dover attendere ancora così a lungo per una prossima avventura.