Mangia Margot – Maddalena, Maria (Autoprodotto, 2009)

Mi rendo conto che ormai buona parte dei gruppi in circolazione sono costituti da due elementi, con la batteria abbinata a un basso o a una chitarra. Prendo altresì atto che pure i miei pregiudizi nei confronti di questa formula stiano venendo un po’ alla volta meno, non so se per abitudine o per un effettivo miglioramento della qualità dei gruppi che si cimentano in duo. Comunque sia, dei vicentini  Mangia Margot avevamo parlato in occasione del concerto che fecero di spalla ai Talibam! in quel del Kroen; ora ci ritroviamo fra le mani il loro CD d’esordio, registrato a gennaio di quest’anno presso il Centro Stabile di Cultura di Schio. Storia di nascita e abbandono per batteria e basso, Maddalena, Maria fa subito i conti con l’inevitabile influenza degli Zu, evocandoli e esaurendoli entro la prima traccia, per poi dedicarsi a un gioco dove gli strumenti fuggono e si inseguono, ritrovandosi solo di tanto in tanto. Lavorando su un suono potente e quanto più possibile puro, con solo un po’ di distorsione per le quattro corde, danno vita a un jazz-core dove i due stili si mantengono in perfetto equilibrio, con qualche inserto free che, senza sconfinare nel caos, contribuisce a vivificare le composizioni. A sigillare il tutto, aprendo contemporaneamente nuovi scenari, il tour de force di Esposito (n.n.): Struttura più compatta, suono compresso, batteria a mille all’ora, drum’n’bass relapsiano per le future generazioni.