Malkomforto – S/T (Taxi Driver/Dischi Decenti, 2016)

Delicato screamo tardo anni Novanta per una band presumibilmente giovane che arricchisce il proprio disagio urbano attraverso una malinconica e struggente poesia, ben comprensibile, nonostante il dogma vocale. Una pioggia di istantanee polaroid decora l’elegante artwork trasmettendo, ancora una volta, l’importanza dei ricordi: schegge congelate di un passato che si allontana secondo dopo secondo. Attraverso le note dei Malkomforto assaporiamo nostalgia di Fugazi, ma anche dei mai dimenticati La Quiete e, più in generale, dell’ultima purezza hardcore che ha attraversato le ultime genrerazioni di venti/trentenni. I pezzi sono costruiti con stile e arrangiati con cristallina eleganza formale in modo da rendere gradevole una “pianta” che, per definizione, cresce selvatica ed urticante. In generale fa piacere scoprire un genere che resiste nonostante il susseguirsi delle decadi e il passaggio delle mode. Dal 7 all’ 8, oppure più classicamente 7/8.