La serie di 7″ split dei Luminance Ratio, arrivata alla seconda uscita, imbarca un altro pezzo da novanta, l’australiano Oren Ambarchi, di cui sono certo sia inutile riportare il curriculum. Come già per il precedente lavoro con Steve Roden, ognuno occupa con un brano una facciata del vinile, questa volta rosso e racchiuso nella solita grafica minimale, decorata dalla riproduzione di un dipinto dello stesso Ambarchi.
Iniziano gli italiani con la loro commistione di melodia e rumore, un suono materico e stratificato dove trovano posto arpeggi di chitarra, drone non troppo invadenti e noise analogico. DreamLES è un brano che comunica un senso di pace ma a anche di sottile malinconia e potrebbe collocarsi non lontano dagli Hood più destrutturati. Il lato di Ambarchi, più dronante, è invece incentrato sulla voce, filtrata e non sempre riconoscibile, che intona una specie di om tecnologico, supportato solo da un lieve bordone chitarristico. La prima parte è decisamente meditativa e richiama alla mente certe registrazioni di musica tibetana, verso la fine invece i vocalizzi si fanno un po’ più scanditi e il senso di solennità che si era venuto a creare, piano piano va scemando. Non è il caso di tirare in ballo Demetrio Stratos, piuttosto i flirt con le lingue austronesiane di Arrington De Dionyso. Curfew è un esperimento interessante, chissà se avrà un seguito…