Ho sempre visto i Luminance Ratio come un solido supergruppo ma, alla luce del quarto album in 13 anni, la costanza mi impone di definirlo semplicemente uno dei progetti d’insieme più coraggiosi in Italia (ed oltre). Attualmente un trio composto da Luca Mauri, Gianmaria Aprile e Luca Sigurtà, si lanciano, tramite una sempre più attiva Midira Records, nelle lande inquietanti dell’Uncanny Valley di Moriana memoria. Il suono è siliceo, frammentario ma continuo, come un’indagine minuziosa al microscopio che sveli differenze ed asperità dove l’occhio umano veda unicamente parti compatte e lisce. Avanzando troviamo momenti torvi e cupi come Sorities Paradox, dove le ambiguità citate nel titolo (togliendo da un mucchio di sabbia un granello alla volta avremo comunque un mucchio di sabbia, finché non diventeranno due mucchi, ma la distinzione è qualitativa e quantitativa, lasciando un dubbio sulla trasformazione della definizione di materia). Dubbi, inquietudine, confini…Luminance Ratio sembra quasi prenderci per mano guidandoci in un mondo del quale ci rivelano contraddizioni e pericoli, in cui il suono è solo una parte dell’insieme.
La musica sembra trasformarsi in una piccola tempesta di sabbia: aria, correnti, pulviscolo, suono, rifrazioni luminose, smarrimento, ma a bassa intensità, come se già fosse la fine del fenomeno. I toni restano pacati ed aperti, inducendo a tratti un senso di trance, come nella conclusiva Deep Blue Deep’s Dream.
Mi piacerebbe poter fruire di questo lavoro in un ambiente consono, mettendo alla prova il mio cervello con stimoli diversificati ed attinenti al tema del disco, amplificando questi suggerimenti fino allo smarrimento completo. Perderci, nel dubbio e nella musica elegante, mistica e mistificante di Luca, Gianmaria e Luca.