Lands End è disco che si compone di 19 composizioni del musicista sui generis Luciano Chessa, personaggio le quali musiche si sono intersecate con il mio orecchio raramente in questi anni ma ogni volta che è successo sono stati fuochi d’artificio. Peppa sulla compilation Metal Machine Muzak di un’imberbe Gamma Pop nel 1997 e l’album Entomologia del 2014 per la benemerita Skank Bloc di Lapo Boschi.
Ora questa summa, con il pianista sardo Claudio Sanna, tocco pulito e trattenuto. I suoni sembrano guardinghi, guardano ovviamente su un lasso di tempo abbastanza esteso (una quindicina d’anni, fra il 2007 ed il 2022) ma si riconoscono come peculiari. Le parti della Tomboy Suite, composte fra il 2009 ed il 2010 sembrano portare seco un nervosismo animato, intenso e mobile, quasi come se a dirigere i tasti fossero piccoli esseri animati, in grado di una volontà concentrata e leggiadra. Otto piccolo sprazzi vicini al minuto di durata per connotare un’opera brillante, che riesce a sospendere la propria azione con leggiadria nella stupenda Bachelor Girl.
Inkless Imagination III è un tributo al pittore ed aviatore futurista Fedele Azari, brano che nei suoi 9:37 di durata si dipana con frequenze che cozzano fra di esse, suadenti e ronzanti, a creare un’atmosfera in qualche modo d’attesa fino a quando i tasti limpidi di Claudio imprimono all’ambiente una melanconica melodia, quella di Siamo i ribelli della montagna di Emilio Casalini
ed Angelo Rossi. Un momento toccante, che sale con il conclusivo itinere ronzante, materico e stellare.
La successiva In His Raging è ambivalente, sembra dirci che basta qualche tocco, qualche lieve parvenza di melodia per incastonarci una coda rumoristica e frusciante che collegheremo comunque a quella parvenza melodica, sentendola sotto la coltre anche se è difficile capirne il perché. Poi si torna brevilinei, con delle Green Sea posate, che grondano intensità e bellezza. Il (Carezzevole) che ondeggia, come una figura femminile che si allontana guardandoti e stregandoti, mentre il (Vivace Assai, in Pace) ci rimembra delle chiusure al Cotton Club mentre albeggiava con volute di fumo spazzate via. Per non farsi mancare nulla quando si tratta di chiudere la raccolta la
scelta va a finire con una Wordsworth’s Daffodils del 2013, una lunga litania che sembra essere trascinata da un essere corpulento prima che acquisti uno sciabordante incedere, fra lucette e fiori che mandano il tutto in una cornucopia piena che acquista peso, drammaticità e brio.
Se, a questo, aggiungi una copertina assolutamente folgorante fra il rosa ed il verde beh, che dire?
Centro pieno e viaggio iper-consigliato, bravissimo Luciano e stupefacente Claudio!
Luciano Chessa & Claudio Sanna – Lands End (Col Legno, 2025)
