Lourdes Rebels – Snuff Safari (Aagoo, 2015)

Un nuovo gruppo va ad unirsi al già nutrito contingente italiano che agisce sotto le insegne dell’Aagoo. Stavolta è il duo parmigiano dei Lourdes Rebels, gente già attiva negli ottimi Bonora e Lady Vallens e con l’etichetta Second Family, che esordisce direttamente sulla lunga distanza per la label americana.
In pochi casi come questo la grafica di copertina sembra rivelare il contenuto del disco, suggerendo l’idea di una musica salgariana, un’exotica postmoderna sviluppata viaggiando sulle reti telematiche anziché fra le pagine dei libri, inevitabilmente post-tutto e meticcia. Di primo acchito avevo associato i Lourdes Rebels al filone dell’etno-rock che, dagli incolpevoli Sun City Girls in poi, non ha mai smesso di essere praticato trasformandosi spesso in baracconata, ma un ascolto più approfondito mi fa propendere per una loro vicinanza sincera e sentita a certe sonorità e culture. Sembrano indicarlo i momenti che si collocano su un asse che va dall’Africa al Medio Oriente, con poco o punto inserti (passatemi il termine) moderni: musicalmente rappresentano forse i punti meno interessanti del lavoro, ma ne sono parte inscindibile e indispensabile a qualificarlo. Da questa base i materiali vengono presi e trattati senza quei riguardi pelosetti da terzomondisti salottieri, facendoli interagire in maniera sfacciata con la tecnologia e senza farsi troppi problemi di coesistenza: non si raggiunge mai una perfetta fusione, ma lo scontro produce perle come la doppietta Pharaoh Excuses/Skate Mecca, basso e battiti elefantiaci che supportano melodie orientali ossessive ed elettronica insinuante, la psichedelia prima dub e poi felicemente caotica di Apuro Liquido, o l’etno-jazz mantrico, impreziosito da splendidi inserti vocali, di Jungle Ghost. Oltre ogni sospetto di imperialismo culturale e oltre le secche del terzomondismo politicamente corretto, Snuff Safari va a parare dalle parti dei T.A.G.C. di Digitaria, dei quali trascura il lato ritualistico ma ne utilizza l’approccio libero alla materi: il suono del nostro tempo, o come dovrebbe essere.