Les Conchitas Gutierrez – Tossica (Autoproduzione, 2024)

Fra Spagna ed Italia tornano Les Conchitas Gutierrrez, trio conosciuto attraverso la presenza nelle loro fila di quel Fulvio Tulli che così ben mi aveva impressionato con il suo Home Will Be Snow. Qui siamo però su un altro livello, quartetto punk dei minimi sistemi, una voce femminile che ti tira giù la pelle di dosso, sound allo sfascio eppur centratissimo, trucco alla pierrot e parole che prendono gli anni ‘80, la polvere di stelle ed una solida attitudine per aprirci il cuore in 8 brani. Si sente l’urgenza ed il gioco, in soli 21 minuti il rock ed il post-punk sono rielaborati con un senso della storia che ci cala nella Los Angeles dei Gun Club tanto quanto nella Milano delle Kandeggina Gang. La forza delle Conchitas è nella capacità dell’arrivare al nostro cuore con le arringhe della cantante Yazia di Biase, dei quali siamo caduti vittima di fascino e contenuto. Dietro di lei oltre al Tulli al basso abbiamo Camilo Suárez alla chitarra e Daniel Alégria alle pelli.
Brani come Tossica ed il suo amore colpiscono al cuore, anche se è la teatralità di Trauma post-party a darci la sensazione di grandezza che poteva essere di un Alberto Camerini ai tempi che furono. Vitamina è l’Eptadone delle nuove generazioni? Non ci stupiremmo, l’effetto è il medesimo, marcio e barcollante e balliamo tutti insieme. Oscurità Dorata è punk e malia mentre Mi Fai Ridere rimette al suo posto uno stronzetto. Poi il punk in opposition per svelare il Finto Benestare, dura e gommosa come da copione, per una rivolta nella quale ci piacerebbe mischiarci. Si chiude con Sesso sporco, fra cuore malato ed amore difficile. Amore a prima vista, recupereremo l’esordio cercando uno straccio di poster da appendere in camera.