Ridendo e scherzando siamo già al quarto album per i Leopardo, progetto trans linguistico elvetico che con SIDE A / SIDE B si conferma sulla biennese Chrüsimüsi Records come una delle realtà più fresche ed oneste dell’intera confederazione.
Non hanno mai avuto intenzione di essere degli inventori, né degli avanguardisti i Leopardo: suonano musica lo-fi che trascende i generi fra melodie pop e sghembismi variegato e folk ma lo fa benissimo, in souplesse come due tiri a tennis con la palla di spugna in cortile.
Il rock’n’roll al rallentatore di Repetition, l’alternanze fra le voci maschili e femminili di Île d’Ogoz, la prelibatezza folk elvetica di Düdinger Moos. I brani dei Leopardo ci ricordano quelle strisce che capeggiavano sui giornali d’epoca: brevi, incisive, schizzate ed irresistibili. Ci si potrebbero sentire i Fugs, i Velvet Underground e migliaia di gruppi di campagna con le salopette, i trattori ed i fienili dove organizzare brucianti jam session. Romain Savary si conferma narratore straordinario in grado di raccogliere la nostra attenzione come un imbonitore e di farsi trasportare dolcemente sulla musica della ciurma, pensate alle onde chete di Monday Somersault baciate dal sassofono papettiano di Aloys Christinat che ci porta a pascolare direttamente nei campi a contatto con le mandrie di capre (o pecore?).
Final Landslide è Lou Reed a spasso sulla Sarine insieme a Maureen Tucker mentre Bank Bank Bank riecheggia di oscurità e goticismi ed oscurità dando una sferzata all’album prima della Temperature che indurrà tutti alla giusta decisione: di un clima e di una meteo come quella di Friborgo se ne trovano veramente pochi, approfittatene…
Leopardo – Side A Side B (Chrüsimüsi, 2025)
