La suite delle valigie, un’intervista con Louis Jucker.

Louis Jucker è un musicista e produttore svizzero francese, di La Chaux-de-Fonds per la precisione. Attivo come solista e con diversi progetti, oltre che un’etichetta come Hummus Records, ha preparato con Suitcase Suite un lavoro fantasioso in collaborazione con il Nouvel Ensemble Contemporain.

SODAPOP: Salve Louis, grazie mille per la disponibilità e per l’intervista! Suitcase è il tuo ultimo album, ma è un lavoro che ha avuto una genesi durata anni e dei percorsi differenti da quelli di una composizione abituale. Potresti raccontarci com’è nata la collaborazione con NEC che ha portato alla sua genesi?
LOUIS : Salve, grazie mille per l’interesse e le domande. Mi affascina e mi rassicura ci siano persone che abbiano tempo da consacrare alla musica oggi, quindi grazie mille. Il progetto è nato da una richiesta formale da parte nel Nouvel Ensemble Contemporain, un’orchestra di stanza a La Chaux-de-Fonds nella Svizzera francese. Mi hanno chiesto di comporre un brano per loro ed io ho rilanciato, chiedendo di suonare delle canzoni insieme su un palco, costruendo tutti i loro strumenti, alfine d’evitare di prendere troppa responsabilità rispetto alla storie della musica. In seguito, durante il processo collaborativo, abbiamo arrangiato insieme i brani, registrato in studio e trasformato tutto questo in un disco pop fruibile in tutto il mondo.

SODAPOP : All’interno di questo disco ho trovato un riferimento forte, quasi spirituale, non come affinità artistica ma come ambientazione, con una sorta di viaggiatore spaziale. Ho quindi realizzato che spesso, come ascoltatore, proietto le mie sensazione personali in quanto ascolto, a tratti distorcendo il messaggio. Avete avuto un’ispirazione per questo lavoro? Cos’avete provato una volta terminate le registrazioni?
LOUIS: Ho avuto l’impressione di preparare le valigie per partire altrove. Mi sono ispirato più ai racconti di viaggi che alla musica. Le spedizioni al Polo Sud ad esempio, all’inizio del XXesimo secolo, quando si vedevano gli scienziati contare le gallette che potevano permettersi di infilare nelle casse, precise al millimetro. Anche i racconti di Roald Dahl che hanno scosso la mia infanzia, la sensazione di partire alla scoperta di cose nuove piene di sogni. È stato esilarante ed allarmante a volte, abbastanza vertiginoso. Ho spesso l’impressione di essere un pazzo, lanciato in un mondo parallelo dal quale non uscirei mai. Ora che inizio a condividere questa esperienza con i media e con il pubblico, sento molta gratitudine e di semplice piacere, nel mostrare una cosa che abbiamo creato e con la quale abbiamo imparato molto.

SODAPOP: Se ti dicessi che La Chaux-de-Fonds mi ha fatto pensare a New York in differenti passaggio mi penseresti per pazzo?

LOUIS: Anche a La Chaux-de-Fonds le strade sono dritte e gli artisti pazzi!

SODAPOP: Ascoltando Suitcase Suite ho ritrovato delle ambientazioni vicine al fumetto, che mi hanno ricordato la sorpresa che si puô provare sfogliando le pagine, ad esempio, le pagine di un autore come Oliver Jeffres. Sorpresa, innocenza, disattenzione. Cosa sognavi di fare da bambino? Che effetto ti fa poter realizzare progetti coem Suitcase Suite?
LOUIS: Leggevo moltissimo Gaston Lagaffe o pensieri neri (personaggio e storia, entrambe create da André Franquin) Si può ridere dolcemente del mondo reale, inventare cose che ci fanno sognare mettendo le distanze dal buio che ci contorna, e dall’angoscia che lo genera. Il mondo del lavoro, il capitalismo suicidale, la normalità in senso ampio. Amo l’idea d’essere un pulcinella. Tanto meglio se la gente non mi prenderà troppo sul serio, il resto del mondo lo è già fin troppo.

SODAPOP: Che genere di seguito credi avrà questo lavoro con il NEC? Potrete fare dei concerti per promuovere il disco? Avremo la possibilità di vedervi a sud delle alpi?

LOUIS : Al momento sto girando con una versione solista in concerto, così con una band di sei elementi sul palco. In entrambi i casi fra le 8 e le 15 valigie sul palco, pieno di artifizi tecnici lo-fi abbastanza bizzarri. Mi diverto in questo tour, ma dubito riuscirò a scendere a sud delle alpi, ma mi piacerebbe molto. Se conosceste spazi interessati fatemelo sapere!!

SODAPOP: Hummus Records ha festeggiato il decimo anniversario lo scorso anno. Cosa significa per te avere un’etichetta discografica in Svizzera? Cosa puoi dirci sui vostri prossimi progetti? Ho ascoltato e recensito il disco dei Beurre, che ho trovato assolutamente fantastico…

LOUIS : AVere un’etichetta in Svizzera signifa per me soprattutto avere una famiglia, delle persone e degli artisti che condividono valori, momenti di festa ed incontri che ci aiutano ad atraversare la paradossale e strana epoca che stiamo vivenso. Mi sento molto fortunato e molto fiero d’esser integrato a persone talentuose ed ispiratrici. Quotidianamente ci sono comunque molte sfide, pressioni ed incognite da risolvere con poco tempo e soldi. Ma non rimpiango nulla di tutto questo e continuerò tanto a lungo quanto sarà possibile.

SODAPOP : Ultima domanda, sei nominato curatore di un festival in due serate (con 4 gruppi ad esibirsi ogni sera) ma sei obbligato a suonare ad ogni sera, anche con progetti differenti. Non hai problemi di budget, ne di vita o morte. Come sarebbe composto il tuo festival e come si chiamerebbe?

LOUIS: Si chiamerebbe Humus Fest, ci suonerei una sera in solitaria ed una sera con i Coilguns. Ci sarebbe Emilie Zoé, Baby Volcano, Rorcal, Beurre, Laure Betris e Darius. Più o meno quello che succederà quest’autunno!