Il 28 febbraio scorso è uscito “Normale”, ottavo disco dei Cosmetic e supportato da To Lose La Track e La Tempesta.
Abbiamo avuto l’idea di scambiare qualche parola con Bart, anima pulsante da sempre della band romagnola. Tra una risposta sarcastica e una velocissima, abbiamo cercato di capire cosa significa fare musica oggi e cosa spinge a continuare a farla.
Qual è la genesi di “Normale”? E’ un disco nato di getto o che ha avuto una lunga gestazione?
Come al solito Straccia dice che non comporrà mai più musica e poi manda una nuova demo bellissima IL GIORNO DOPO aver mandato in stampa il disco! Anche stavolta ha fatto così, subito dopo Paura di Piacere aveva mandato la demo di “Le tue piante”, brano che, infatti, abbiamo suonato ad ogni live del 2023. Poi c’è stato qualche mese di stallo; a seguito ne ha mandati un altro paio belli e poi ho cominciato a scrivere io e stavolta l’ho battuto 7 a 5! (su Paura di Piacere aveva vinto lui con 6 pezzi su 11). Ad inizio 2024 abbiamo pianificato un po’ il tutto, con l’obiettivo di tornare a suonare nel 2025 gasati con roba nuova.
Chi sono i Cosmetic del 2025? Chi vi segue da anni sa che la formazione è cambiata varie volte, ma la qualità non ne ha mai risentito. E’, forse, merito della perseveranza di Bart, unico componente fisso dal 1996 ad oggi?
Sì, è vero, ma io la band la vivo come un luogo sacro dove io per primo devo essere attento a non farmi cacciare! E dopo un po’ diventa come una convivenza, ci si vuole bene, si apprezzano le idee gli uni degli altri, e il fatto di essere “musicisti” (dio mio come odio questo termine) è solo un aspetto che occupa il 50%. E’ bello creare qualcosa assieme e ciascuno vedere le proprie riverberazioni all’interno, e vedere come si ibridano mischiate con quelle degli altri! Siamo sempre stati una band, mai un mio progetto.
Il disco suona molto “live”, è una scelta voluta di produzione o è semplicemente il suono dei Cosmetic in questa fase di vita della band?
Si faceva prima.
Cosa vuole dire “normale” nel mondo di oggi? Secondo voi, la normalità è qualcosa a cui si aspira o da cui bisogna fuggire?
E’ il termine più assurdo in assoluto! Contiene una valanga di aspetti a volte complementari a volte contrastanti. Come e di più di “amore” “morte” o altri lemmi cruciali. Io stesso vivo una grande contraddizione nell’essere davvero normale (famiglia, lavoro, automobile) e nel contempo sentirmi del tutto alieno, voler sterminare sanremo, sansiro e san..lvini… La normalità è tutto e niente, come nei libri di Orwell dove la guerra è un rumore costante di sottofondo a cui tutti sono ormai abituati, chiamare il disco Normale è per noi un richiamo a vivere con maggiore coscienza qualsiasi sia la tua normalità o quella che ci è imposta.
Da protagonisti della musica “chitarrosa” nostrana, come vedete la situazione delle produzioni e degli eventi live attualmente? Ricordo che fino a prima del Covid, grazie a etichette come La Tempesta e To Lose La Track la “scena” era molto vivace. Cosa è rimasto oggi di quei vibranti anni 10?
Eh… c’è sempre un mucchio di roba… Ad avere le forze e più tempo c’è davvero ancora molto fermento, anche se le forme espressive in parte si evolvono e ora i ragazzi che suonano sono nati che noi già eravamo in sala prove..
Cosa significa per voi pubblicare un disco oggi? E’ un’occasione per imprimere su disco un momento emotivo e musicale e/o il volano da cui partire per un tour in giro per l’Italia? Ma, soprattutto, chi ve lo fa fare?
Direi che la necessità di uscire e suonare e incontrare chi è come te, va a creare un affordance per ritrovarsi a mettere insieme un disco e a interrogarsi su cosa valga la pena accentuare o sottolineare.
Come sta la provincia musicale italiana? Voi, pur venendo da una zona stagionalmente molto viva, rimanete comunque un gruppo di provincia (non è un insulto 😉 ). La distanza, anche se relativa, dai grandi centri come Milano, Roma o Bologna si fa sentire sul piano delle occasioni e delle collaborazioni?
Non avendo mai vissuto in grandi città italiane, per noi la provincia è normale.
Siete, ad oggi, una delle band più longeve e più prolifiche del panorama nostrano, qual è il segreto per una vita musicale così lunga e stimolante?
Il nostro segreto è essere ossessionati dai dettagli, dai piccoli particolari delle cose che ci piacciono e che ci fanno riconoscere fra di noi quando ci vediamo, alieni, in mezzo ai normali. Non sappiamo fare molto altro…
Come vedete il futuro dei Cosmetic?
Ci piacerebbe fare concerti un po’ più grossi, crescere un po’ , ma se va avanti così è più probabile finiremo nelle fogne con le tartarughe ninja.
Vi ringrazio per la disponibilità e vi chiedo quali sono i prossimi progetti per la promozione del disco. Ho visto che avrete alcune date nei club. Per l’estate state programmando un altro tour?
Sì, esatto stiamo cercando di pianificare quante più date possibili siano incastrabili con le nostre vite normali.
Sarà una domanda idiota: ma come vi chiamate? Perchè ok i soprannomi, ma le vostre carte d’identità cosa riportano?
Ti posso solo dire che nemmeno Carlo si chiama Carlo. E’ un soprannome anche quello!
A voi, infine, l’ultima parola…
Ascoltate Glitterer, Broncho, Newdad, Raveonettes, Lucio Corsi, Mondaze, Chiaroscuro, Hotline TNT.