Nel suo secondo EP Amarcoeur la dj e musicista Julie Meletta sembra giocare con i generi, partendo dal pop francofono di ispirazione Plastic Bertrand – Bertrand Burgalat. La produzione secca e la bella voce squillante della nostra riescono a donare ai 5 brani la giusta cadenza struggente e sexy. Basso grasso, una torrida love story segreta tra un’affarista ed un angelo transessuale per calarci in pista con Crime. Poi si trasforma nell’innocente pronta a farsi massacrare in Splatter, anche se è difficile crederla indifesa considerando che potrebbe essere la figlia della Signora Suthpin di watersiana memoria per lo sguardo che lancia. Ancora ritmo grasso quasi surf, Fan Fiction corre veloce fra amori impossibili e tormenti. Un flash quasi Vaya con Dios per finire fra l’amore extraconiugale ormai finito di Comedy Drama Mistery, per un dischetto che va via veloce, come una puntata bellissima del nostro serial preferito.
Robin Guthrie torna con Astoria, ulteriore lavoro breve della sua ultima fase musicale che soltanto nell’ultimo anno lo hanno portato a pubblicare due EP e due singoli sciolti. In questo caso siamo ad Astoria, dove sembra unire neoclassico ed ambient liquida e chitarristica raggiungendo momenti di pura luce con A Most Remarkable Woman. Poi un sax sornione e notturno, che insiste con un lieve muro di suono in Starting Fires, mentre sono direttamente le nuvole a parlare colorandosi di azzurro e rosa in Jura. Il momento migliore sembra però arrivare alla fine, in una Smoulder dove quella che sembra essere un filo di voce femminile viene trasformato in polvere di stelle che ricade sopra ad un piano, per un momento magico e toccante.
Sandra Guitar Courage sembra essere losannese e se la gioca voce e chitarra come se dal Flon prendesse direttamente il rettilineo per il Greenwich Village. Lo fa con semplicità e con i giusti cori ed i giusti suoni, per cui quando imperversa con gli incisi siamo con lei e con la sua garra. La luce nella gola ed il vento fra i capelli, registrazioni direttamente dal telefono, Sandra azzecca i tempi ed i modi, perfino i fischi sono perfetti ed il pensiero va agli anni della giovinezza e della bassa fedeltà, scelta resa necessaria soprattutto dall’assoluta mancanza di partner! Blue Mascara è un disco di cose piccole ma da non sottovalutare, che dalla sua ha un’onesta ed una forza che mancano a molte produzioni più blasonate. Ci regala addirittura un brano che parte con un gospel da brividi in The Voice of Treason, conquistandoci definitivamente. I’m Bored dice lei, noi invece ci siamo innamorati!
Searows da Portland, Oregon ci strappa direttamente il cuore. Alec Duckart, 24enne con all’attivo un album, Guard Dog del 2022 e due ep fra lo sorso anno e questo nuovo Flush. Sembra di lasciare definitivamente il presente tornando alle asperità della vita e dei boschi, ai fuochi accesi con le pietre ed alla sofferenza che forgiava. Voce, chitarra, pura batteria scalcinata, la sensazione di essere al perfetto equilibrio fra intensità, rabbia e doclezza. L’iniziale Martingale già basta a conquistarci, con una voce che sa di tabacco e terra, ma tutti i brani sono di livello altissimo. Sempre legarci a se come un asciugamano caldo in una giornata fredda e di certo avrà delle bellissime sorprese anche in futuro. Già ci siamo persi un suo disco nel 2022, che stiamo aspettando? Regalatevi 19 minuti di grandissima intensità.
Chelsea Wolfe dopo un’ep di remix e di versioni alternative ce ne serve un secondo su un piatto d’argento, nel quale il leit motiv è quello della versione acustica, campo dove può far uscire realmente la caratura della sua voce sopra ad un impianto secco, tenebroso e placido come un mare nero. Il pathos è tale che è difficile a cosa potrebbe succedere in un album completamente unplugged che riuscirebbe a tirar fuori lo spirito romantico ed oscuro che da sempre la contraddistingue. Ci sembra di immaginarla, intenta a comunicare sentimenti che non riusciamo a definire se non come intensi lasciandosi completamente andare quasi trasformando se stessa in musica, svuotandosi. Datele una chiesa sconsacrata od un palcoscenico buio e lasciate che vi accolga tutti. 4 brani autografi ed una cover di Cellar Door degli Spiritbox, tutto bellissimo.
Post-punk da Bologna, Di Notte, derivativi ma fedeli, sopra le righe ed ubriachi, molesti ed irresistibili. In sei brani ci prendono letteralmente a scudisciate pur rimanendo composti entro i limiti di batterie preregistrate ed angst da grigiume masticato. Casiraghi è la cosa più indecente ed irresistibile sentita negli ultimi mesi, ricordi da Stamford Bridge e garra da ultimi cinque minuti sotto di una rete. la pronuncia ed il gioco fra italiano ed inglese trascinano, considerando che musicalmente l’asticella è piuttosto alta, fra noia e deboscia. Crackhead says it’s only rock’n’roll e non possiamo non credergli, anche se la sorpresa arriva con la baritonale Tesco, vero colpo al cuore, soulful con uno sguardo a Morrisey. Formula One manda tuti a casa, sfrecciando di Notte, e via andare.
Dopo diverse esperienze musicali negli ultimi 40 anni a Sciaffusa Fisch ed Odi (due bei reduci che hanno tutte le carte per continuare ad essere dei cattivi esempi) tornano con quattro tracce di un nuovo progetto: Ahh Wa!
Tutto vero, immaginate una spruzzata di Yello, il fascino dello schaffauser schyzerdütsch attitudine punk sci-fi e richiami Trans Am era Future World nei primi due brani, per poi coprire di romantica tristezza ‘80 ed un fascino decadente ed inquietante gli ultimi due brani rendendo questo quarto d’ora assolutamente irresistibile.
Avevamo lasciato Tommaso Varisco al suo the Glove, lassù al grande nord, per ritrovarcelo contrassegnato da un angioletto che guida un bimbo sul selciato in Behind Your Line, the War, primo di una serie di 6 EP che vedranno la luce da qui alla fine del 2026. la title track è puro western, dove l’orizzonte mischia i colori virando tutto al bianco, ma è l’intera guerra ad essere sofferente ed al medesimo istante candida. Insieme a lui Facula, Matteo Finizio, O’man, Stella Burns e Swanz, per un quarto d’ora assolutamente ipnotico, spesso sul crinale di un lampo di follia e di suoni che sembrano provenire dall’aldilà (The Times, They Are A-). Con Cormac McCarthy si svelano le carte insieme ai sodali, da un bordone di suono dche diventa suono infernale e subliminale.
Chiudiamo la rubrica con il nuovo ep degli Iena, altri reduci da progetti ben noti come Carlos Dunga, xdeloreanx e Bomber80. Quattro brani punk tirato, perfetti per una curva da stadio o per risvegliare coscienze assopite. Cattiveria plastica, che ci fa sentire come se una squadra di pelota basca si fosse accanita contro di noi. Un pezzo come Nessuna Pietà sarebbe stata perfetta 40 anni e, purtroppo, rimane più che valida anche oggi. 4 brani da mandare a memoria urlandoli, battiti di ciglia nell’eternità.