La lunghezza non è tutto #12

Iniziamo con un tributo ad un amico. Questa infatti è l’intenzione di uno dei migliori power trio sulla piazza, Il Sogno del Marinaio di Andrea Belfi, Stefano Pilia e Mike Watt, per Miles Cooper Seaton, già in Akron/Family ed apprezzato solista molto legato all’Italia. Tre brani, ondivaghi, profumati, cone tappe di un lungo viaggio fra mari e deserti. Vecio surfa fra le dune, Once We Spoke About Horns è luce aerea, rintocchi di batteria come spilli che sostengono un ricordo, mentre il commiato è un’idea southern con la voce di Mike. Bellissimo.

Born to Blitzkrieg è il nuovo ep di quei debosciati dei Sick Thoughts. Partono come Ramones sotto speed con la raucedine, poi continuano a montare quello stile cazzaro è geniale che li hanno fatti grandi, in questo caso più ripulito rispetto alle loro precedenti produzioni: il risultato sono quattro brani scoppiettanti e legati dall’amore per il punk ed il power-pop, che vanno alleggerendosi uno dopo l’altro, lasciando il finale ad una superlativa My Heart Is Breaking Over You. Che dire? Cocktail è vestito di classe hanno sicuramente dato il giusto tono al nostro Drew Owen, che ci lascia con la curiosità di capire che potrà succedere d’ora in poi!

I bergamaschi Magnitudo inaugurano la nuova formazione, rinnovata per 2/3, con quattro brani che assumono il valore di una dichiarazione d’intenti: piantato sul confine dove post-core e metal si confondono inestricabilmente, Scotoma è una colata di metallo fuso che riversa sull’ascoltatore tonnellate e tonnellate di malessere.
Non potrebbe essere altrimenti, ascoltando le apocalissi dei primi Integrity riviste in chiave sludge di Monument e Rebirth, le lente cupezze intervallate da serrate accelerazioni thrash di The Healing, il chugga-chuga para-industriale di The Algorithm. Non possono bastare, ad alleggerire il peso specifico del tutto, le aperture chitarristiche che di tanto in tanto tanto si insinuano nei brani, e che potremmo quasi definire ariose, non fosse che si aprono su scenari tutt’altro che sereni: con questo EP il terzetto ci regala, si fa per dire, un distillato di violenza sonora senza redenzione né catarsi. (E.Z.)

Shane Aspergen suonava nei Berg Sans Nipple anni fa, poi ha collaborato con mezzo mondo ed ora, in vista di un suo esordio lungo ci delizia con Describing the Thing. 4 brani per quasi 20 minuti dove il batterista mischia ritmi, synth, vociare e sibilo animali e suoni spaziali. Ad uscirne è un continuum che sembra pendere in alcuni momenti verso l’elettronica ed in altri nella psichedelia più immaginifica. In attesa di sentirla sulla lunga godiamoci questi saliscendi emozionali, come un Murcof in un inverno losangelino, carico dei suoni dell’anima e degli anime venuti con lui da Hong Kong.

Adele H e Buck Curran portano tributo a Bruce Cockburn ed alla sua 13th Mountain, rendendola dinamica e quasi in odor di Nico a tratti. Tutto simile, tutto diverso, tutto bellissimo. Sono passati 53 anni dal l’originale a questa versione, chilometri da Ottawa a Bergamo, facendo sì che a risplendere sia questo brano, perfetto oggi come allora.

“Non sono né album, né singoli in realtà, sono delle suite piuttosto lunghe in vari movimenti, ma non c’è una divisione fisica. È come se fossero delle contrazioni di EP. Lo sforzo, almeno, è quello dell’EP, ma la forma è quella della traccia singola.”
Il Fuoco Grande è il progetto di Pierfrancesco del Seppia, uno di quei casi nei quali ascoltare e leggere quanto l’artista abbia da dire è più importante che descriverlo. Rumori, echi di Bancale, burattini e teatro rumorista. Musica contemporanea che si muove negli interstizi dei generi e negli stili, sfuggente come una lingua infuocata ed impercettibile ma piena di quel che fu e che forse potrà essere, come cenere.

Chiudiamo questo appuntamento con il nuovo 7” dei Collignon, edito dalla sempre mirabile Bongo Joe Records. Trio transfrontaliero fra Portogallo e Paesi Bassi ci prende portandoci in un mondo dove i ritmi riecheggiano di caldo senza riuscire però a definirli totalmente. Contaminazioni, voli pindarici, viaggi…in soli due pezzi le sensazioni sono moltissime, quasi da mal di testa per entusiasmo! Cerchiamo di recuperare il loro disco dello scorso, Lagoinha, spegniamo il cervello e continuiamo semplicemente a ballare intanto!