Secondo lavoro per il connazionale Kaouenn ormai trapiantato oltralpe da qualche anno. Mirages è un autentico meltin’ pot musicale che assecondando la verve dance dell’autore riesce a miscelare perfettamente tanto un break beat dagli echi Trojan quanto una certa lounge da ghetto afroamericano alla Money Mark. L’artista si muove disinvolto tra le atmosfere elettro-rock padroneggiando perfettamente tanto il lapotop quanto gli strumenti acustici ed elettrici. Un disco nettamente sopra la media che, a far le pulci, pecca purtroppo di bulimia espressiva: una massa non indifferente di emozioni che travolge l’ascoltatore senza dargli il tempo di ambientarsi in un unico spazio. Detto ciò, ne avessimo dieci in un anno di dischi cosi in Italia saremmo il top mondiale dell’elettronica in smart working. Se Kaouenn fosse a New York o sotto l’ala protettrice di Junkie XL le cose andrebbero diversamente e questo elogio lo leggereste su NME. Però chissà, per quanto ci riguarda oggi, nel bene e nel male, la pallina della roulette riparte costantemente, nonostante il croupier sia in smart working pure lui. Per orfani dei Leftfield più gloriosi.