Già in precedenza mi era capitato di leggere o veder comparire qua e là il nome di un musicista e di non averlo mai sentito, poi tutto d’un tratto, in poco tempo mi capita di ascoltare vari suoi lavori e/o di vederlo dal vivo. In questo caso specifico si tratta di Pietro Riparbelli, che qualcuno di voi conoscerà per le sue collaborazioni con i Larsen, per i dischi su Radical Matter, le istallazioni o anche solo per la recensione del suo lavoro con Petit apparsa su questa stessa webzine.
Il titolo di questo disco dice tutto, quindi anche se non avete ancora intuito l’ambito musicale di Ripabelli e di K11, si tratta di quello elettronico, dark-ambiental-post-industriale; lo so, come definizione fa pena, ma serve per capirsi. Questo lavoro su Afe raccoglie una serie di tracce elaborate partendo da un’istallazione in cui alcuni trasmettitori radio ad onde corte venivano posizionati all’interno di una foresta durante la notte, allora, dopo un titolo del genere e il tema del lavoro, non pensate sia sufficientemente black metal?! Al di là delle battute, se l’appeal al quale non sapete resistere è quello di gente come KTL o i lavori più sperimentale di O’Malley, credo potreste apprezzare questo disco, anche se Riparbelli, per quel che mi riguarda, è molto migliore e di ben altro livello. I drones ed i fruscii di questo Waiting For The Darkness si sviluppano molto bene e con una notevole cura del suono e dei particolari, per questo il disco si tiene a distanza dalla dark ambient da film horror di quart’ordine e da quei suoni di synth pacchiani che tutti conosciamo fin troppo bene. Riparbelli sta facendo uscire disco su disco e di qualità mediamente ottima: questo è senza dubbio uno dei suoi migliori lavori degli ultimi tempi.