Junk DNA – KopkKopa (The Helen Scarsdale Agency, 2022)

Brian Pyle, smessi i panni di Ensemble Economique che lo hanno accompagnato per più di un decennio, si ritrova, per i casi della vita, a Vilnius, in Lituania, città da cui prende ispirazione per il suo nuovo progetto, Junk DNA. Kopk Kopk suona fresco e sinistro, quasi un giro avventato belle dark sides di una città che ancora ci nasconde molto, accecati a tratti dalle luci dell’alba. C’è la ruggine, salmastra, degli anni ‘80, il maestro Vangelis, protosinfonie dance, un substrato che rievoca fortemente l’est come immaginario, quasi che a tratti si aspetti Max Collini vergare di gite aziendali in loco in visita al partito.
Quando il suono si pulisce,come in Beauty In Vacancy, si ode un’epoca leggera e maestosa di bellezza, una bellezza fredda e chiara, come i gabbiani sul porto.
Quando il beat prende il sopravvento sarebbe bello immaginare qualcuno a masticare delle rime, magari qualche residuato Anticon, che la pasta di Leave the trails potrebbe essere quella, ma è solo un’ipotesi che non si concretizza, lasciandoci prede di percorsi solitari ed attimi di terrore, come se scenari alla Hostel fossero dietro l’angolo (Cheap Censorship e l’esplicita sin dal titolo Underground Hound Chase). È un bellissimo mischione dove si vive, si balla e si muore, questo disco e questa città, le chiuse finali ci fanno capire come tutto abbia un termine e come l’ineluttabilità sia esprimibile con dei semplici bordoni e battiti,  dipingere ed a fissare scenari che ci hanno in qualche modo cambiato.
Un disco emozionante Kopk Kopka a ripresentarvi un autore che ha ancora molto da raccontare, in qualsiasi forma decida di farlo.
Labai ačiū už kelionę ir už kompaniją.