John Bence – Archangels (Thirll Jockey, 2023)

Il 30 giugno del 2018 ho visto uno dei live più sconvolgenti della mia vita. Non una sorpresa visto il posto, cioè la galleria d’arte/libreria Arnolfini nella centralissima Bristol. Lì vidi per esempio anche una giovanissima angelica RHAIN solo piano e voce, diventata in seguito la biondina avvenente del duo Wet Leg. Poteva diventare la nuova Kate Bush, ha scelto la strada del rockettino scanzonato e popolare. Peccato, dico io. Bristol è piena di posti da live per 100-200 persone al massimo, luoghi dove gli artisti si sentono tra amici insomma. Stanno rilassati,parlano molto col pubblico, sanno quando iniziano ma non sanno quando finiscono perché le serate tra amici sono proprio così. Arriva sul palco John Bence, questo ragazzone con capello corto e camicione nero a bottoni bianchi. Mette sul tavolo il suo laptop e comincia a fissare lo schermo. Passano i minuti e non succede niente. Solo un suono ipnotico dal suo laptop, non una sua traccia vecchia o nuova. A un certo punto comincia a toccarsi la faccia come se si sentisse poco bene, suda sempre di più, alza finalmente lo sguardo dal laptop e con una faccia da killer che ha appena deciso la sua azione definitiva comincia il suo show. Si tira i capelli, la camicia, urla, sbraita. Saltano i bottoni della camicia e ogni muscolo del suo corpo è in movimento. In completa trance. In quel momento è nato il John Bence e il suo percorso artistico che oggi arriva ad “Archangels”, appena uscito per Thrill Jockey. Questo Scott Walker bristoliano dei nostri giorni nel frattempo ha trascorso qualche “vita” dal quel lontano 2018… ricovero per dipendenza da alcohol e altre trappole meno liquide, il disco di piano solo “Love” con cui dichiara al mondo di esserne uscito vincitore dai suoi demoni, ora tre anni dopo si presenta addobbato da frate di clausura con tonacona barba e capello fluenti. Ma stavolta forse ce l’abbiamo davvero fatta: sul palco del Cube si presenta pochi giorni fa con uno sgabello e un bicchiere d’acqua sopra. Nient’altro. Io mi sono un po’ commosso, ho colto subito il dettaglio. Noi salvatori di anime e corpi in pena viviamo di queste cose e per queste cose qua. Archangels è un po’ la summa dell’arte benciana. Un disco difficilissimo che vi incatenerà fino alla scoperta dell’ultimo dettaglio. Lui da solo come presenza scenica e voce vale il prezzo del biglietto, potrebbe anche cantare o declamare l’ultimo flyer della LIDL e sareste li’ a sperare che non finisse mai. In più fa dischi così originali e potenti…
Portatelo in Italia a presentare questo album,per amor del cielo.