Jack Name – Fabulous Soundtrack (Maple Death, 2024)

Non conosco Jack Name, so che da anni si aggira per Los Angeles e raccontano dei suoi album come dei transfer significativi fra la vita reale, tematiche profonde e storie pregne ed inquiete. In questo Fabulous Soundtrack i racconti di Jack vertono sul concetto di IRL, estranei quindi al mondo virtuale ed alle sue iterazioni. Ad apparire, sul tavolo, sono scenari, messe in scene fra generi e quadri differenti ma nei quali si distingue la mano ferma di un solo autore. La vis di Jack Name sembra essere calda, vellutata ed intensa, una via di mezza fra un Barry Adamson ed un cowboy lynchiano. I suoni contenuti nei brani ci parlano di arrangiamenti che abbracciano i concetti di eerie e di weird di fisheriana memoria, o di creepie. DI qualcosa che sposta l’asse della normalità, della melodie, dell’aria, di qualcosa che mentre lo fa ti guarda sorridendo, ipnotico ed inquietante. La stessa copertina, raffigurante un lungo guanto rosso ed una maschera bianca da felino, sembrano simboleggiare un travestimento a mischiare le carte, insinuando un dubbio sull’onestà del racconto (o forse della garanzia riacquisita tramite il travestimento per poter garantirsi un racconto onesto), una parabola, una favola. La luce è sovente bassa, flash in qualche modo refniani, la capacità di catalizzare l’attenzione con consumata arte.
La musica è notturna, in qualche modo speziata e pungente, carezzevole ma in grado di pungere, una strofa dopo l’altra, fino a mettere i brividi.
Jack Name, ascoltando la scaletta, sembra prenderci per mano trascinandoci in un mondo di sua invenzione, dove a lui tocca rimettersi, senza azzardare quale sia la fine della verità e l’inizio della scena. Già, perchè abbiamo già accettato la sua figura istrionica anche se discosta, quasi un raccontastorie da brivido, dove ad ogni parola sembra che le ombre ed i rumori di scena aumentino.
In Fabulous Soundtrack non c’è un minuto di riempitivo, un brano di troppo, soltanto una grande visione registica (più che da semplice musicista) per un film che esiste, e che possiamo vedere soltanto all’interno delle nostre palpebre, gli occhi ben chiusi e le orecchie bene aperte. Forse quel che vedrete a lato saranno delle bruciature di sigarette ma non ci saranno angeli qui, solo un misterioso musicista di nome Jack Name.