J. H. Guraj – The Flip Side (Maple Death, 2025)

Può essere il rovescio della medaglia una situazione bellissima?
Ombrosa, solitaria, certo, ma che riesce ad irretirci grazia a semplici movimenti di chitarra uniti ai suoni fella natura, gestite nella maniera migliore da J.H.Guraj, alias di quel Dominic Vaccaro che spesso abbiamo letto fra le righe bolognesi e che pure accompagna Jonathan Clancy nella sua band.
Qui il mood è dilatato e folk ad ampissimo raggio, quasi un ritrovamento di musiche d’anteguerra, lontane ed evocative. In continuità con le due opere precedenti rimane sospeso in un limbo commovente, in una musica che precisa ed aderente al personaggio di J.H. Guraj. Già, che Dominique è anche molto altro, (soprattutto nei suoi lavori incentrati maggiormente sull musica sperimentale e contemporanea) e fa quasi invidia sentire tante possibili applicazioni di talento, che forse hanno una sola radice comune: la semplicità, il giocare bene con pochi elementi, in maniera quasi walseriana qui, girovagando fra le lasche parti di chitarra e la batteria di Gianluca Panici, gli accenni di pianoforte. Chiudendo gli occhi sembra quasi di immaginarlo, in una condizione che è lontana dalla salute (il disco è stato concepito nei postumi di un brutto incidente in bicicletta che lo ha portato a rischiare la vita) mentre il pensiero e le dita sono già altrove, tra luce e buio, spesso a raccontarci un non detto di solitudine ed oblio. Difficile, quasi impossibile evidenziare un brano rispetto all’altro, che the Flip Side è un disco di passione nel senso etimologico del termine e proprio per questo il consiglio è di sorbirlo in un fiato, in silenzio e da soli, cogliendone ogni sfumatura.