Ivan Iusco: Minus Habens o Homo Superior?

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Questo è uno di quei personaggi che ho cercato di odiare con tutto me stesso, anima e corpo. Mi ha tenuto appeso a quest'intervista per oltre sei mesi. Mi sono ridotto che quando lo vedevo comparire on-line su facebook iniziavo a lanciargli una sfilza di insulti e imprecazioni in barese solo per attirare la sua attenzione. Ma come fai a voler male ad uno con una faccia così? Sembra il classico bravo ragazzo della porta accanto. La verità è che Ivan Iusco ha fatto tantissimo per la musica indipendente italiana, in un certo senso, per motivi di longevità lavorativa più di chiunque altro. Mentore della Minus Habens, senza ombra di dubbio la prima vera etichetta radicale del nostro paese, Ivan Iusco oggi è ancora in pista.
Ormai passata la soglia dei venticinque anni di attività (l'etichetta) e dei quaranta (Iusco) abbiamo cercato di far fare due conti a questo ormai affermato autore di colonne sonore (Lacapagira, Mio Cognato ecc). Ma detto questo e quel che seguirà, per quanto mi riguarda Ivan Iusco è e resterà la più grande anomalia del panorama musicale indipendente italiano.

SODAPOP: Emma Dante una volta ha detto che non serve trasferirsi a Roma per fare teatro: é molto più importante applicarsi nelle proprie città natali, nella periferia dell'impero. Dove ce ne é più bisogno insomma. Questa peculiarità l'ho notata nella Minus Habens fin dagli esordi, infatti benché producesse mostri sacri dell'elettronica più sperimentale, aveva sede in Puglia, a Bari. Che ne pensi di questa ellissi?
IVAN: Sono decisamente d'accordo con Emma Dante che non conosco personalmente ma che stimo tantissimo come artista. Le metropoli dove si creano e rincorrono nuovi fenomeni culturali sono come epicentri di grandi terremoti. È seducente respirare in prima linea la complessità di questi luoghi, lasciarsi investire e allo stesso tempo interagire con forze e tensioni dirompenti, responsabili di inevitabili implicazioni sociologiche. Al contempo ritengo che non sia così svantaggiata la posizione di chi oggi guarda e ascolta dalle periferie, attraverso le immense possibilità offerte dalla rete, per rileggere ed interpretare diversamente i piccoli e i grandi sismi culturali, generando così nuovi impulsi da territori con peculiarità diverse. Anzi la distanza si trasforma in un fattore necessario per il processo istintivo di distillazione, volto a non assorbire informazione inutile e a non cedere al turbinio generato dalla ridondanza degli eventi. Certo, è necessario viaggiare, incontrare e camminare fra oro e ciarpame, ma nel mio caso, la Puglia, intrisa di fascino selvatico con le sue lunghissime coste che guardano ad Oriente, mi ha sempre richiamato in modo irresistibile.

SODAPOP: Ora che sei nel mondo del cinema vivi a Roma o fai sempre fede alla tua territorialità originaria?
IVAN: Più che sentirmi nel mondo del cinema, sento il cinema dentro di me, fin da bambino. Il cinema è sempre stato un elemento imprescindibile della mia vita. Roma è una città dal fascino immenso. Al di là del lavoro sento un forte legame con la capitale, ma la mia base operativa è a Bari, dove ho uno studio da cui vedo il mare. Pur non avendo tuttora escluso l'idea di trasferirmi altrove, anche all'estero, la fede per la Puglia continua a prevalere.

SODAPOP: Che rapporto hai con Teho Teardo? Per certi versi avete entrambi origini abbastanza simili. Chi ami in Italia tra gli autori di colonne sonore?
IVAN: Conosco Teho da tantissimo tempo. Non solo abbiamo origini molto simili, ma circa vent'anni fa ho pubblicato su Minus Habens i suoi primi album. Avevo intuito già da allora di aver incontrato un musicista con una personalità destinata ad interessanti evoluzioni. Per rispondere alla tua domanda sugli altri compositori di colonne sonore, non mi avvalgo della facoltà di non rispondere: Pasquale Catalano, Paolo Buonvino, Ezio Bosso, Eraldo Bernocchi, per citarne alcuni…

SODAPOP: In tutti questi anni ogni volta che ho pensato a te mi sono immaginato uno sfigato, bruttino, come la maggior parte di quelli che fanno musica sperimentale. E invece sei carino e dallo sguardo molto dolce, non lo trovi anche tu strano?
IVAN: Trovo tutto questo molto buffo, perché non ho mai fatto un dettagliato studio comparativo sui tratti fisionomici dei musicisti… Grazie per il "carino", ma non aspettarti altro da me stasera! 🙂

SODAPOP: La Capagira é un capolavoro. Come mai Alessandro Piva non è mai riuscito a tornare su livelli tanto stratosferici?
IVAN: Dopo Lacapagira, Alessandro Piva ha realizzato il film Mio Cognato di cui ho la-capagiracomposto la colonna sonora nominata ai Nastri d'Argento nel 2004. La cifra estetica in questo caso è cambiata sensibilmente, ma la poetica fondante rimane assolutamente inalterata. È un film che è stato rivalutato successivamente e lo dimostra la grande quantità di dvd venduti. Non ho ancora visto Henry, il suo terzo film, ma sono certo che Alessandro non deluderà. Questa volta non ho collaborato attivamente alla realizzazione della pellicola, se non per la presenza nel film di tre brani (di Elastic Society, Dipper e un mio inedito), tutti estratti dal repertorio Minus Habens.

SODAPOP: Che musica ascolta Sergio Rubini a casa propria? Gli hai mai copiato i due Sigillum S su Minus Habens?
IVAN: Perdonami Sergio, cercherò di non violare troppo la tua privacy! Classica soprattutto. Ma, essendo un ricercatore meticoloso e particolarmente attento, non si nega incursioni nei più diversi territori musicali. È evidente che ama la musica in ogni sua forma. In questi anni gli ho regalato molti CD e sono certo che fra gli altri c'erano anche quelli dei Sigillum S usciti su Minus Habens nei primi anni di attività.

SODAPOP: Come hai fatto a sopravvivere per più di vent'anni con l'elettronica sperimentale?
IVAN: In realtà se mi fossi limitato soltanto all'elettronica di confine, l'esperienza si sarebbe ridefinita in breve tempo, magari come impegno part-time. Invece ho sviluppato percorsi paralleli attraverso vari marchi facenti capo alla Minus Habens: Minus Habens Soundtrack Collection, Disturbance, Casaluna, Noseless e Lingua. Abbiamo pubblicato numerosi progetti di differente natura musicale dal comune denominatore elettronico e colonne sonore di film noti che hanno raccolto risultati inaspettati, come Evilenko composta dal grande Angelo Badalamenti. Ma la vera chiave di volta della mia attività risiede nella scelta di aver mirato fin da tempi insospettabili a coinvolgimenti della musica in ambiti diversi da quello strettamente discografico, giungendo al tramonto del prodotto fisico senza subirne gli effetti fatali.

SODAPOP: Ma se cerco Bari su Wikipedia, appari anche tu tra le celebrità cittadine o arriva al massimo a Cassano e la D'Addario?
IVAN: Nella voce "Bari" ci sono finito anch'io ma l'ho scoperto soltanto adesso! Comunque ci tengo a sottolineare che oltre Cassano e la D'Addario che tu citi come esponenti del calcio e della libera professione, la Puglia ha partorito eminenze in tanti altri ambiti. Purtroppo in Italia il gossip e l'informazione spazzatura veicolata dai media, prevale troppo spesso sulla cultura autentica.

SODAPOP: Da poco quarantunenne. Rimpianti, goal mancati, nostalgie?
IVAN: Da bambino collezionavo orologi con display a cristalli liquidi perché adoravo portare al polso uno strumento tecnologico. Ne avevo di tutti i tipi, anche il primo modello con la microlampadina per l'illuminazione notturna. Era così bello abbassare le tapparelle durante il giorno e godersi quel display al buio… 😉 Soltanto più tardi, scoprii che quei numeri esistevano per scandire ogni attimo della nostra vita. Così me ne liberai, appena in tempo…! Come effetto collaterale, per quasi dieci anni, la quotidianità si capovolse senza che me ne accorgessi. Lavoravo fino all'alba e mi svegliavo prima di pranzo. Anche se ormai sono anni che ho rimesso in ordine i ritmi circadiani, pur continuando a non portare orologi al polso, comprendo che posso servirmi dei misuratori del tempo e dei calendari per appuntamenti e scadenze. Per me il concetto di tempo si riduce soltanto a questo, ad un'utile convenzione. I goal mancati sono infiniti, come le nostalgie. Quindi non ci penso mai.

SODAPOP: Raccontami del progetto biografico Minus Habens? Uscirà davvero un libro per celebrare i VENTICINQUE anni dell'etichetta?
IVAN: Ci stiamo lavorando già da tempo! Auspichiamo di pubblicarlo entro fine maggio 2012, minus_habens_ma verosimilmente la data di uscita potrebbe slittare, considerando la mole di materiale da raccogliere. In occasione di questo speciale anniversario stiamo valutando l'ipotesi di realizzare anche un tour attraverso alcune città italiane e alcune capitali europee.

SODAPOP: Spaziando con la fantasia, se al posto di Bari tu fossi nato a Rotterdam o a Chicago come sarebbero andate le cose?
IVAN: Con molta presunzione affermo che avrei fatto ciò che faccio ovunque!

SODAPOP: Come si é evoluto il gusto e la curiosità verso la musica elettronica in Italia negli ultimi vent'anni?
IVAN: La curiosità è aumentata esponenzialmente, mentre il gusto è andato allinenadosi a senso unico soprattutto fra i più giovani verso la minimal-techno. Dico purtroppo, soltanto perchè l'elettronica offre davvero tantissimo ed è così limitante non esplorare la vastità delle sue affascinanti declinazioni.

SODAPOP: A quale progetto cinematografico stai lavorando in questo periodo? Con quale metodo costruisci una soundtrack?
IVAN: Da Che Parte Stai: un film indipendente di Mario Bucci, Pierluigi Ferrandini e Francesco Lopez, tre registi che raccontano la medesima vicenda attraverso "gli occhi" dei tre protagonisti. Il metodo di composizione di una colonna sonora cambia in relazione al film stesso, perchè cambia il mio approccio. Generalmente vengo coinvolto fin dall'inizio della produzione e quindi comincio dallo studio del soggetto e della sceneggiatura. Altre volte mi invitano sul set, dove posso vivere e "abitare" il film al suo interno, altre ancora mi è capitato di essere contattato a montaggio già avviato, tuffandomi come in un fiume in piena.

SODAPOP: Ti piacciono band come Fuck Button o Wolf Eyes?
IVAN: Non li conoscevo… ho appena ascoltato qualche loro brano! Entrambi mi ricordano alcuni musicisti che pubblicavo su Minus Habens tra la fine degli anni '80 e i primi '90.

SODAPOP: Salutaci in pugliese come avrebbe fatto Sabino della Capagira.
IVAN: "Me ugnanun m'raccomann…" (Ragazzi confido in voi) oppure… "Mo' avast! M'si rott l'chiggiun!" (È tempo di smetterla! Mi hai seccato!). Colgo l'accasione per scusarmi pubblicamente con te per il ritardo senza precedenti con cui ho risposto a questa intervista! Merito le decine di simpatiche bestemmie in dialetto barese che mi hai inviato… Adesso però ti faccio io una domanda: perché ne conosci così tante?

SODAPOP: Perchè sono un vero terrone 😉 Ciao Ivan, a presto e grazie!

Foto: Olga Diasparro (2011). Artwork: M.H. Graphicks.