Il Quadro di Troisi – La Commedia (Raster, 2024)

Eva Geist, Donato Dozzy, l’ingresso in pianta stabile di Pietro Micioni per il ritorno de Il Quadro di Troisi, creatura che aveva ben sorpreso all’esordio con un connubio fra cantautorato alto, poesia e musica elettronica. Eva canta come un angelo, come se certi anni ’80 non fossero mai passati e di profili aulici delle grandi cantanti non se ne fossero mai andate da qui: Anna Hoxha, Diana Est, Antonella Ruggero. La Terra è un piccolo capolavoro pop, talmente semplice e bello che vien voglia di rigirarselo fra le mani per capirne il trucco. Ma non c’è trucco e non c’è inganno, semplicemente il trio ha trovato una quadratura per far riemergere quella bellezza elegante ed austera in maniera diretta e personale. Finiscono immediatamente fuori dal tempo, tanto che spesso si fatica a credere di essere ancora nel 2024. Ci vorrebbero altre location, trasmissioni e contesti nei quali poterli mettere in contatto con l’adeguata fauna. Rispetto all’esordio si cambia decisamente marcia, con una capacità di catalizzare l’attenzione in maniera quasi ipnotica, un’eleganza soffusa e dei brani che trapanano letteralmente il nostro spettro uditivo per impigliarsi nel nostro plesso cardiaco.
Non tutto è perfetto, ci sarà probabilmente da attendere al prossimo turno per il capolavoro de Il Quadro di troisi o forse non è nemmeno questo il loro intento, forse di loro ci basteranno delle canzoni spaiate, del resto nessuno ha mai chiesto a Diana Est un LP ma solo le persone peggiori non la amano.
Brani come La Verità viaggiano leggeri, lineari e complessi allo stesso tempo, curati in ogni dettaglio e capaci di dare dei punti a qualsiasi produzione pop di respiro. Certo, si potrà addossare a Il Quadro di troisi di essere desueti, di marciare sul posto in una musica anni ’80 che per molti ha già dato e non necessita dell’ennesimo revival, ma non credo si possa loro obiettare nulla. Sono all’intenro di un solco, quello della musica pop italiana, che da sempre ha dato frutti estremamente pregevoli e la conversione urbana di molto pop negli ultimi anni ne ha facilitato l’assorbimento ma, stringi stringi, non è che rimanga granché (ed ho appena pagato quasi 150 euro per due biglietit per vedere Annalisa dal vivo con mia figlia). Qui nulla di tutto ciò, se dev’esserci un riferimento è quello classico, che mira al Canone di Policleto ed al candore delle tonache più che al gancio melodico.
Erstaunlich, aber wirklich.