Hyper Gal ritornano in maniera sorprendente, iniziando con una sorta di suono orchestrale e cosmico, sul quale Koharu Ishida mosse da enfant terribile e dolcezze lattee.
D’altro canto Kurumi Kadoys picchia sul ritmo esile e decisa, creando fiumi che alla vocalist basta cavalcare con la voce ed una bava di synth, less is more e colpiscono nel segno. Come lo pneumatico alato in copertina le Hyper Gal non sembrano poter avere la minima difficoltà a trascinarci ancora una volta nel loro mondo, che sembra essersi stabilizzato fra riduzioni pop di brani synth-punk cantati con l’energia acuta tipica di Koharu. Ma.
Ma dot dot dot è un’altra piccola svolta, pop-noise motorik da ballare, a dimostrazione di un progetto che si sta iniziando ad allargare verso forme espressive meno immediate e più variegate, rimanendo sempre in grado di colpire l’ascoltatore. Il basso paludoso di unrhymed finisce in un cartoon acido e tascabile, come molti altri brani sorta di caramella frizzante ed acida che corrobora fa piangere gli occhi. In ATTRIBUTE il fantasma di Jimi Hendrix a smanettare il synth, mentre la nostra coppia continua imperterrita con le loro blandizie, creando contrasti inquieti e brillanti.
Ripetitive, minimali, inquietanti, mai banali ed adorabili le Hyper Gal sono ormai uno dei gruppi del mio cuore.
Il 4 di novembre saranno a Milano e potrebbero essere 50 minuti di concerto da ricordarsi a lungo.
Eh la Skin Graft! 33 anni e non sentirli, la Pasqua l’ha scampata, se supera anche il Natale vogliamo il santino in ogni chiesa! Ah, l’ultima OOPARTS riesce ad essere lieve e psichedelica pur prendendoci a mazzate, Koharu e Kurumi sante subito!
Hyper Gal – After Image (Skin Graft, 2024)
