Hheva – Drench In The Mist Of Sleep (Diazepam, 2013)

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A memoria, non ricordo mi sia mai capitato di recensire una band proveniente dall’isola di Malta e nemmeno mi ero mai posto il problema su che gruppi potessero provenire da quel luogo. Domanda oziosa, dato che nell’epoca della dissoluzione della realtà e del rimpicciolimento telematico del mondo ogni immaginario è libero di attecchire ovunque vi sia uno spirito pronto ad accoglierlo e farlo germogliare; nondimeno ascoltare una musica così fredda e spettrale provenire dal centro del Mediterraneo ha suscitato in me una certa sorpresa.
È in questo tipo di suoni che un’etichetta come la Diazepam dà il meglio di sé, portando spesso alla luce delle autentiche perle. In Drench In The Mist Of Sleep Hheva interpreta alla perfezione il titolo, dando voce alla nebbia con droni di synth che vibrano lenti e avvolgenti, facendo intuire una profondità che non si palesa mai completamente. L’ascoltatore che si addentra nelle tre composizioni sperimenta un’esperienza ambigua, poichè da un lato è inquietato dall’ignoto che gli si cela davanti, mentre dall’altro è pervaso da un senso di pace promessa: se saprà lasciarsi andare, abbandonandosi fra gli echi, i riverberi e i suoni ovattati, potrà godere appieno della bellezza di un simile disco, perdersi per ritrovarsi. In chiusura non possiamo che notare, com’è abituale per l’etichetta, la gran cura riservata alla parte visuale: la cassetta è avvolta in una pezza di ecopelle marrone incrostata di fango, fermata da tre corde annodate.