Non è facile star al passo con le uscite dei Grizzly Imploded e delle loro varie filiazioni, specie per chi, come il sottoscritto, è un cronico ritardatario. È però doveroso, almeno ogni tanto, dare testimonianza delle produzioni discografiche del terzetto napoletano, finora sempre meritevoli e degne di nota.
Se volessi liquidare in due parole questo nastro me la caverei con un laconico “disastro sonoro”, locuzione che racchiude spirito e forma di Threatening Fragments From Four Boulders; quello che però intriga è che in questo caso l’accento è da porre sul secondo termine, a evidenziare come il processo di disarticolazione del suono sia sempre governato e anche nei momenti maggiormente free i tre non perdano il controllo delle operazioni. L’inizio è relativamente calmo su entrambi i lati, ma quello del primo è più inquietante e finisce per tradursi nella sonorizzazione di un incidente ferroviario in stile Sightings, dove ogni segmento deflagra con precisione ingegneristica, mente sul secondo assistiamo al gonfiarsi lento di un fiume di rumore che finisce per travolgere tutto, un’onda di noise ribollente e inarrestabile. Tutto questo, signori, ad opera di una batteria e due chitarre: perché al netto dell’assenza di una forma definita e delle molteplici influenze (dal jazz al rumorismo più intransigente), i Grizzly Imploded rimangono un gruppo che incarna lo spirito iconoclasta e distruttivo proprio di certo rock, lontano da quella musichetta stucchevole e conservatrice che va per la maggiore. Questa è roba disturbante e minacciosa, come dovrebbe sempre essere.