Ammetto che, prima che mi venisse proposto di recensire il nuovo disco di God Of War, non conoscevo Mack Chami, ma c’è voluto poco a capire che il personaggio fosse interessante e meritevole di approfondimento e per iniziare a documentarsi sui suoi progetti in campo industrial e noise. Per questo genere di musica credo sia essenziale avere fra le mani il supporto fisico, e in questo mi è venuta in soccorso la sempre attenta Old Europa Café e il suo fornito mailorder; i primi che ho preso in considerazione, Terror Cell Unit e Koufar, sono progetti che infondono nuova linfa a un genere come quello della power electronics, che da tempo non sentivo così vitale e, per certi versi, mi fanno ritornare ai tempi in cui scoprii Grey Wolves e Con-Dom: edizioni curate, grafiche forti, temi controversi (la religione per i primi, la questione mediorientale per i secondi), suono incompromissorio e, in generale, una complessità nell’affrontare gli argomenti trattati, che ti spinge a pensare fuori dagli schemi dati. Su queste basi, ma con maggior peso dato al lato musicale e una forma ancora in evoluzione, si sviluppa il progetto God Of War, che è quello del quale abbiamo parlato proprio con Mack.
SODAPOP: Ciao Mack, mille grazie per aver accettato l’intervista. Non ho trovato molte informazioni riguardo a te e nulla in italiano. Per cui, prima di iniziare a parlare di musica, vuoi raccontarci la tua storia personale e delle tue origini, che mi sembrano essere fondamentali per la nascita dei tuoi progetti?
MACK CHAMI: Partiamo dall’inizio. Sono un libanese-americano di prima generazione. Sono anche mezzo libanese e mezzo “bianco”: mio padre è originario di Achrafieh, in Libano e mia mamma viene dalla Bay Area, Foster City. Io sono nato nel sud della California ma sono cresciuto nell’area di Dayton, in Ohio. Successivamente ho frequentato il college Chicago, dove ho iniziato la mia avventura nella musica sperimentale e dove ho incontrato l’amore della mia vita Nicole Charky (che ora è mia moglie). Da lì mi sono spostato nella Bay Area (Oakland e San Francisco) e ho vissuto lì per quasi un decennio. Attualmente vivo nell’area di Los Angeles con mia moglie, mio figlio e un gatto senza pelo.
Stando a Discogs, i tuoi primi passi nel mondo della musica sono stati molto violenti, con progetti come Disgust e Winter In Osaka. Cosa ti ha spinto ad avvicinarti al mondo del power electronics e a iniziare a produrre musica?
Quello che mi ha ispirato ad iniziare a suonare power electronics e noise è stata l’urgenza di creare, cosa che, suonando in un gruppo, non riuscivo a fare. Sono stato subito attratto dal fatto che tutto poteva venir fatto da solo e ho rapidamente realizzato che Chicago (e gran parte del Midwest) aveva una grande ed eccellente scena noise, industrial, e power electronics.
Quali progetti hai attivi, al momento?
I miei progetti attualmente attivi sono God Is War, Terror Cell Unit e Crown Of Cerberus.
Veniamo proprio a God Is War. È il tuo progetto più musicale: come nasce e perché hai scelto questo nome?
Il progetto è nato dal bisogno di tornare a fare le cose in solitaria. Al tempo suonavo solo con Koufar e Terror Cell Unit, che erano dei duo, e sentivo il bisogno di lavorare coi miei tempi. Il nome è stato scelto su ispirazione del libro Meridiano Di Sangue (di Cormarc McCarthy, n.d.r.): nel racconto c’è una discussione sulla guerra e alla fine viene detto “war is god”. Chiaramente, invertendo le parole, suona molto più duro e migliore.
God Is War non ha testi ma, nei primi lavori, i titoli e grafiche suggerivano una certa vicinanza a temi da power electronics/cultural terrorism (armi, violenza, foto di terroristi). In Boogeyman Inc., anche se le grafiche continuano a richiamare la violenza, i tioli sono lunghi e strani, a volte sarcastici o grotteschi. È cambiato qualcosa nel concept che sta dietro al progetto?
Sì, le cose sono un po’ cambiate. Nei primi suonavo seguendo i canoni dell’industrial/power electronics, ma quando c’è stata la pandemia, nel 2020, ho deciso di cambiare e provare un approccio più musicale.
Credo che sia stato in Master Of My Realm (album del 2021, n.d.r.) dove il cambiamento si è verificato, non solo a livello musicale, ma anche con l’uso dei titoli delle canzoni più aggressivi. Ho percepito che mancasse qualcosa nel mondo della musica elettronica, sembra quasi ci sia un tabù nell’affrontare temi come la violenza, l’ultra negatività e più in generale un tipo di attitudine alla “fuck you”. In una scena piena di nomi e titoli di canzone senza significato, io ho voluto propendere per l’esatto opposto. La cosa divertente è parlare con le persone e vedere quali titoli loro pensano siano totalmente inventati e quali ispirati alle mie esperienze personali.
Boogeyman Inc. è molto diverso dai tuoi precedenti lavori: ritmi più curati, quasi techno, suoni più vari. Cosa lo ha ispirato?
Quello che mi ha ispirato è la volontà di dare a I Have No Enemies, I Permit No Such Thing un seguito con qualcosa di ancor più oscuro e cattivo e credo di esserci riuscito fino in fondo.
Recensendolo, ho scritto che ti porta lontano dalle secche dei postindustrial. Che ne pensi?
Sinceramente, questo è uno dei più grandi complimenti che questo album possa ricevere. Ho lavorato davvero molto duramente per portare God Is War al successivo livello musicale ed è strabiliante che la gente se ne accorga.
Continuerai su questa strada?
È sicuramente la strada che continuerà a battere. Il che non vuol dire che non scriverò più brani industrial o noise, di tanto in tanto, ma l’obiettivo principale è produrre più musica.
La Profound Lore non è la tipica etichetta metal: molti dei gruppi che produce sono sperimentali e strani. Tuttavia, God Is War è diverso da tutti loro. Come vi siete incontrati e cosa ti ha indotto a firmare per loro?
Sono in contatto con Chris della Profound Lore, lui mi aveva scritto via mail. Poi l’ho incontrato brevemente durante il tour con i Full Of Hell e ho avuto la sensazione che a un certo punto avremmo collaborato. Volevo lavorare con Chris perché non ho mai sentito nulla meno che eccellente da quelli che hanno lavorato con lui e volevo ampliare il mio pubblico. Per non parlare delle incredibili produzioni metal che lui ha pubblicato nel corso degli anni: è un onore per me essere a bordo. Lui è stato e continua a essere all’altezza di tutto quello che ho sentito dire.
God Is War non è un progetto metal, ma negli ultimi tempi hai suonato spesso insieme a gruppi di questo genere (Blood Incantation, Full Of Hell, Vermin Womb, Mortuous, Knoll). Questo in Europa non è così frequente (ricordo solo pochi gruppi industrial che lo fanno: gli svedesi MZ 412 e Trepanenringsritualen e il francese Verset Zero): come è potuto succedere?
Ho la sensazione che questo sia potuto accadere perché, con God Is War, per certi versi, io faccio musica elettronica per metallari. Di mio, ho poca conoscenza della musica elettronica, non ne ascolto molta e provengo da un background metal/noise. In un certo senso, ho cercato di fare della musica elettronica che sarebbe piaciuta ai metallari.
Qual è la reazione del pubblico metal alle tue esibizioni?
Le reazioni sono state varie. Di solito mi piace suonare accompagnato da video molto intesi, che toccano la filosofia che sta dietro al progetto e al nome. In quelle sere il pubblico è molto eccitato e coinvolto. Ma spesso i locali non hanno un proiettore e io devo cercare di trasmettere quell’energia nel miglior modo possibile: a volte è un successo totale, altre non funziona. In ogni caso continuerò a fare tournée e a esibirmi con chiunque mi voglia o si unisca a me.
Ok Mack, siamo alla fine dell’intervista, grazie per la tua disponibilità. Solo un’ultima domanda: ci sarà possibilità di vederti in Europa prossimamente, con God Is War o con altri tuoi progetti?
Sì, c’è una concreta possibilità che suoni in Europa il prossimo anno. Ho recentemente firmato con la Altar Agency e sono stato fatti dei progetti per il 2025. Se qualcuno fosse interessato, può contattarli qui: antonia@altaragency.com.
Speriamo anche di riuscire a far arrivare i Terror Cell Unit il prima possibile e stiamo cercando attivamente una rappresentanza. Se qualcuno vuole aiutarci a organizzare qualcosa, può scrivere qui: hailthecrown@gmail.com .