Con la cadenza di circa un disco solista all’anno Giulio Aldinucci continua il suo percorso musicale che lo sta portando tralaltro ad incidere per etichette sempre interessanti: a questo giro è il turno della russa Dronarium dove viene pubblicato questo Aer, già dal nome evidentemente dedicato ai suoni dell’aria. Il senese ci ha abituato già da tempo al suo marchio di fabbrica e in questi sette nuovi brani non è da meno: field recordings cristalline ed eteree, rielaborate in digitale e coadiuvate da suoni di strumenti musicali spesso analogici. So che mi ripeto nel giudizio, ma le atmosfere mai “leccate” o troppo spigolose e sempre sospese al punto giusto tra melodia, suono puro e rarefazione ambientale compongono un risultato davvero notevole: Aer è un viaggio, che come sempre nel caso di Aldinucci, esprime emozioni tra il dolce ed il malinconico, ma senza mai essere stucchevole o scontato.