Fuzz Orchestra – 09/09/10 Locanda di Campagna (Lonato – BS)

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Riparte la stagione concertistica della Locanda (stasera è il terzo appuntamento) e arrivano i Fuzz Orchestra, che già qualche volta mi ero perso e che stavolta non mi faccio scappare. Piove, come spesso capita quando vengo da queste parti, ma la temperatura è ancora mite e si sta senza problemi sotto al portico che funge da scena per i concerti; così verso le 23 il gruppo prende posizione, il chitarrista in elegante completo in stile iena tarantiniana, idem il tastierista, non fosse per la massa di capelli alla Bunna, idem il batterista, non fosse per le braghette corte vestite sotto camicia e cravatta (che resisteranno non oltre la seconda canzone).
Era già chiaro dall'ultimo album che la musica dei tre stava diventando qualcosa meno da ascoltare e più da sentire (non solo con le orecchie, insomma), semplificando il rapporto fra le note e i campionamenti, che ora si stagliano con maggior chiarezza sullo sfondo: stasera il discorso è portato ancora più in là, perché è dal vivo che i pezzi di Comunicato N°2, preponderanti nella scaletta, trovano il proprio compimento. I Fuzz Orchestra in carne e ossa hanno un impatto che difficilmente ci si può aspettare, più fisico che cerebrale, senza rinunciare però a giocare su più registri, alternando momenti narrativi ad altri decisamente furiosi, che indurrebbero il pubblico a un furioso agitarsi (magari non qui, fra panche, tavoli e fuzzo_orchestra_locandaboccali di birra). Impatto e dinamica le parole d'ordine, così alla voce campionata di Adolfo Celi che risuona in Hanno Cambiato Faccia si contrappone la violenza di La Bestia, a un'Anima E Core che esce dai solchi di un vecchi vinile nello spazio fra due canzoni si accosta un brano dalle movenze quasi doom, dove la chitarra fatica a tenere i bassi regimi imposti dalla batteria. Nei momenti più veementi, con questi due strumenti che vanno a mille disturbati dai suoni della tastiera o di chissà quale diavoleria, dato che la consolle ospita anche (cito a memoria) un mangiacassette, una piastra per vinile, un mixer, un lettore CD, un distorsore e una radiolina, parrebbe ascoltare un'assurda versione dei Locust calati negli anni '70. Mi sa che stavolta non sia il piacere del concerto a farmelo volare, credo che i tre suonino effettivamente poco, quaranta minuti direi, concludendo con le cadenze proto-industriali de Il Potere, una delle poche concessioni al vecchio materiale. A conti fatti, i Fuzz Orchestra dal vivo sono un gruppo che, attraverso una tecnologia d'antan, traduce un "normale" suono rock'n'roll in altre forme, lontane dalla struttura strofa/ritornello, intersecandolo con materiale di vari natura. Rock retrofuturista? Benvenga.