Franco Naddei è un nome che spesso si è presentato fra le righe ma al quale, grave errore, non ho mai dato la necessaria attenzione. Sodale di Pieralberto Valli nei Santo Barbaro arriva al terzo disco senza mai mantenere la medesima etichetta, quasi stesse cercando una sua dimensione fra i territori meno allineati ma più lo intensi della musica in italiano.
Dopo un’entrata in materia con una nenia francese Francobeat prende il proscenio del suo volo, gestendo un’orchestrina variabile per una sorta di pop cantautorale che mutua la propria energia dal jazz, dal cabaret e dal surrealismo poetico. Le sincopi di Se rinasco, il Succi acido di La Notte, suono licantropo, oppure mediterraneo come il Miladinowitsch di Oro di uno, voluttuoso addirittura in compagnia di Sabrina Rocchi. Francobeat sembra essere un giocoliere che si lancia fra le parole come un funambolo, romantico, toccante e bizzarro ed amour automatique potrebbe esserne in qualche modo una consacrazione. Prendiamo la sudaticcia Amami male, francamente irresistibile, ma sono solo esempi che forse non rappresentano nemmeno troppo il lavoro di Francobeat.
Amour Automatique è semplicemente un disco dove la parola si piega e fa sua la musica perché parte da una musicalità che è insita nelle sillabe e nella voce utilizzata. I significati si rincorrono, entrano ed escono da quel colabrodo che è il nostro teschio lasciandoci una traccia, uno strascico come una lingua che batte, una coccola pur non essendo romantico.