L’immagine mentale dell’andare ad ascoltare i pezzi di Francis (già Massakrasta e partecipante della compila DDDD con il brano Ganjusic) allo spazio 4.20 di Viganello, club dove poter consumare Marijuana ed Hashish di qualità, si presentava così: divani in velluto, Snoop Dogg e Rick Ross accomodati, blunt ed Hennessy per un buon viaggio.
Recupero comunque un paio di sigarette e qualche cartina per meglio tener nota di quanto accada (in realtà si acquistano all’interno belli tranquilli con tutto il corredo, previa associazione annuale a 20 euro) e ci siamo.
Al primo piano, di poco interno al fiume, siamo in una sala semplice, manifesti che unisco la foglia alla croce svizzera, tavoli da fiera, parecchia agente fra habitué, amici ed appassionati, sembra di essere nel 1996 ma la spinta è buona. Mezza canna di fumo, acquistata pronta a 5.-. Purtroppo il live è bloccato inizialmente sia da problemi tecnici additabili alla scheda audio e poi per uno stallo a causa decibel fra associazione, vicinato a causa di reclami.
La scelta di un vecchio disco dei Delinquent Habits come colonna sonora in auto si rivela azzeccatissima, il flow e la favella si Francis sono quelle, rap latino da Santo Domingo meets vita ticinese from Chiasso. Amarissimo in bocca perché il materiale suona classicamente attuale e fresco come un tempo. Francis emozionato e nervoso visto il decorso delle ultime ore rappa mistando lessico italiano e spagnolo, i primi tavoli rispondono e si tende il ritmo la la faccenda incolla i culi alle sedie: due brani soltanto, uno dei quali dovrebbe chiamarsi America Latina, mentre l’altro era l’entrata in materia e ne ho recuperato solo in una seconda fase il gancio, 4:20, il titolo è infatti il nome della cricca che ha organizzato la serata. L’energia è tanta e viene voglia di scuoterti, resta l’ottima impressione di un rapper che ha ancora moltissimo da dare, ma in pochi minuti è finito tutto. Tutto? No la canna è ancora a metà ma l’effetto dopo anni di lontananza / dalla sostanza / l’età e la panza / tutto che avanza già crea le onde nella mente come i quadri del Gusmini (acquistate il libro a lui dedicato di Enrico Ruggeri Zambaiti….è bellissimo!!) stralcia percezione, punteggiatura e lunghezza dei periodi. Si chiude qui, cercano aria fresca e tornando a casa, sperando che prima o poi il disco da solista di Francis veda finalmente la luce, che ne varrebbe veramente la pena.
Sulla Mappa, ancora.
Capacità di ritrovare il proprio veicolo in condizioni psicofisiche avverse dopo il live? 3 su 10, come sempre, ma raggiungiamo l’auto e si parte.
Parte anche un brano, Potrà Salvaje di Isabel Aaiun, orgoglio e furia, che potrei ascoltare per ore. Sosta diesel e bevanda, parte con Cry Baby Tina Turner, la ciliegina sulla torta.
Poi una roba abnorme e detestabile: Bill Morrison, Mister Dream con Billy Idol. Siamo su Classic Rock, con Yari Copt. Parte con una lunghissima disanima su Ozzy per poi far partire quel capolavoro di Mr Crowley.
Di seguito sulla ristampa di George Harrison, musica enorme che fa capire come molti incastri fra brano e sostanza creino il momento magico. Give me love. Colonna a Contone, testate, qui non ci si muove ed è drammatica, mando anche un messaggio vocale alla radio che sto ascoltando per capire se ci siano informazioni stradali. Erano i lavori in corso. I cialtroni di Rete 3 parlano di Alfa e della sua attività sessuale troppo rumorosa.
Maria, io esco.
Mezzo litro bevuto.
Maglietta corta, finestrino aperto a metà, 13.5 gradi, il retro di una Mercedes bianca sembra un volto ghignante (parola difficile da scrivere stono!?
Erasure ed amaro Montenegro spot, si arriva a casa, saluti, doccia chiacchiere saluti e nanna, sono le 22:37 e sono out.