L’ex Fleur Francesco Lurgo prosegue con convinzione sulla strada del post-rock elettronico, continuando una ricerca ricca di prospettive. Una progressione che dalle struttura che mescolavano intuizioni IDM di scuola Boards of Canada con impressioni dei Labradford e intuizioni dark wave ha progressivamente spostato l’asse verso territori maggiormente emozionali. Una capacità di aggiungere al suono un carattere romantico e nudo, una fragilità sentimentale nascosta sullo sfondo di strutture musicali solide. La metafora contenuta nel titolo del nuovo album, The Gentle Whale, è perfettamente indicativa di questo spirito e oltretutto capace di tratteggiare genuinamente il corrispettivo tra movimento marino e stati dell’animo.
Così, se come paragone concettuale il riferimento più prossimo è quel mai troppo elogiato Black Sea di Fennesz, Lurgo utilizza il suono stavolta per sviscerare completamente il proprio sentire, estremizzandolo sia a livello melodico che strutturale. Armonie sottili di chitarra a costruire paesaggi limpidi poi subissati con naturalezza da onde di elettronica umorale (The Room As An Exoskeleton, Horizontina), distese increspate su cui si abbattono tagli potenti (Sing Me To Sleep), aperture luminose a distendersi con profondo lirismo (PlxPBxSR, Laminaria Pallida) e convincenti tagli dal sapore filmico (Blind Cinema, The Gentle Whale). Volendo utilizzare un’unica traccia come chiave di volta del discorso, questa sarebbe sicuramente Different Kinds Of Nights, brano in cui si scontrano stati d’animo differenti attraverso un sapiente utilizzo delle sovrapposizioni.
Un album affascinante e ben curato negli arrangiamenti, un nuovo punto a favore della maturità del musicista torinese che sviluppa in modo convincente le proprie intuizioni riuscendo a vestirle di naturale magnetismo.