Father Murphy – Croce (Fenser, 2015)

Secondo René Guénon la croce simboleggia, nella maggior parte delle dottrine tradizionali, la realizzazione dell’Uomo Universale: l’asse orizzontale rappresenta un determinato grado dell’esistenza, quello verticale corrisponde alla serie indefinita degli stati dell’essere. Sulla copertina di Croce, il quinto album dei Father Murphy, compare il solo braccio verticale; l’altro, la condizione umana, è tutto nei solchi del disco.
Concept album o opera rock, chiamatelo un po’ come volete, entrambe le definizioni ben si adattano a un disco che tratta il tema della crocifissione con piglio degno di una sacra rappresentazione, ma senza melodramma né compiacimento, anzi con un certo cinismo, chiamando le cose col proprio nome senza enfatizzare né scontare nulla. Che sia un album importante ce lo dice l’impegnativo tema scelto, ce lo dicono gli ospiti, mai così numerosi eppure perfettamente integrati nel suono del duo (partecipano John Dieterich dei Derhoofer, Heater Trost di A Hawk And A Hacksaw, Dan Clucas, Mark Weaver dei MAD Trio), ce lo dice l’atemporalità della musica, che recupera il pop gotico degli esordi e lo innesta sulla cupezze industriali di Anyway Your Children Will Deny It e ce lo dicono i testi, scritti davvero intingendo il pennino nel sangue, cesellandoli finché, fra tutte le parole, sono rimaste solo quelle che dovevano essere, non una di più, non una di meno. Poche, pochissime strofe e molte domande, che come unica risposta hanno momenti strumentali dilatati e rumorosi, densi di meditazione e d’attesa. Da Blood Is Ticker Than Water, che sembra dare voce e suono al Cristo martoriato di Grünewald passando per la liturgia di Long May We Continue e We Walk By Faith, Croce intraprende un cammino in un dolore che l’organo elegiaco della finale They Won’t Hurt You non riesce del tutto a dissipare. Fulcro di una serie di forze centripete che non possono essere contenute nello spazio di un disco, è uno di quei lavori da ascoltare poche volte e con attenzione: ognuno poi troverà le proprie risposte. Almeno speriamo…