Fabrizio Tavernelli – Algoritmi (Lo Scafandro, 2022)

L’immaginario di Fabrizio Tavernelli è sempre stato caleidoscopio e fiammeggiante, visivamente lo potrei infatti tra il Nirvana di Gabriele Salvatores e Terry Gilliam. Non tradisce le attese quest’ultimo Algoritmi, uscito già da qualche mese ma talmente fuori dal tempo che ce ne possiamo bellamente sbattere, potremmo infatti essere nel 1977 così come nel 2024. Musica orgogliosamente fuori moda, musica che fa muovere irrimediabilmente il nostro corpo, blues transgenico che si rifà alla primaria necessità di ballare. Si rimane però colpiti dalla sagacia dei testi, creando un corto circuito in cui l’edutainment e la cultura pop si fanno corpo in quello che, a tutti gli effetti, appare come un fool, bestia libera e liberata come un Arthur Brown che abbia deciso di fottersene del calendario ed avesse scelto di rimanere giovane per sempre (si ascolti la fulminante Braghetta Digitale).
Il rischio è di non prenderlo sul serio, ma alla resa dei conti un autore in grado di farci ballare, cantare, pensare, rileggere. e quanto di più deve esserci nel nostro mondo. Poi, quando decide di abbassare i ritmi come in Fallibili dipinge mondi latini, tra l’Andalucia ed i Litfiba, di una completezza totale, mentre ne Il Lupo e lo Sciacallo ci regala una sinfonia pressoché perfetta.
Tanto, forse addirittura troppo per un disco che mi ricorda le esondazioni prolifiche di casa Snowdonia e che a mio modo di vedere sarebbe stato molto più apprezzabile diviso in due differenti dischi. Ma è un tanto buono, fino a chiudere con L’Angelo del Focolaio che se a cantarla fosse stato Manuel Agnelli in molti avrebbero gridato al miracolo. La forza di Fabrizio è quella di essere partito in un contesto in cui si sono formati molti dei nomi grossi di un tempo in Italia, la fucina del CPI ma di esserne sempre stata la scheggia impazzita, assorbendo la classicità risputandola storta.
Piacerà di sicuro ai fans di AFA, MGZ, Maisie ed in generale a chi ha gusti meno allineati. Però però però, spendeteci un’ora, vi sorprenderà e di sicuro ci troverete qualcosa che ci si appiccicherà…