Eric Chenaux Trio – Delights Of My Life (Constellation, 2024)

Di ritorno dopo le due uscite del 2022 (che davano conferma delle molteplici vie dello stile di Eric Chenaux e delle sue applicazioni) ritroviamo il musicista canadese accompagnato in un trio con Ryan Driver all’organo wurlitzer e Philipe Melanson alle percussioni elettroniche.

This Ain’t Life è un brano elegante e chiaro che viene letteralmente smartellato per metà della sua lunghezza da suoni in libertà tra richiami per anatre e simil pernacchie in un’eterna coda strumentale che va via via sottilizzandosi fino al ritorno del tono cristallino di Eric, per un risultato che convince appieno nei momenti più coesi ma perde gran parte della sua potenza a causa di questo girovagare accordandosi.

Al contrario I’ve Always Said Love è un centrato r’n’b come se a produrlo fossero le fusa di un gatto, ipotesi che spiega il giusto dilungarsi di code, membra e fusa a parafrasare amore, il giusto shake ed il giusto miele. Preso il ritmo si scivola che è un piacere, con una ripresa della splendida Hello Eyes dal nastro uscito per Ulyssa un paio di anni fa ed una These Things che sembra essere suonata direttamente seduti sulla luna, tanto è il lirismo toccante che ne esce. Ormai il ritmo è bello che preso e si scivola accarezzati dal mood sornione per un disco che, se forse ad un ascolto distratto sembra nulla più che piacevole, con il protrarsi delle sessioni rischia di diventare la colonna sonora perfetta per i pomeriggi nei quali indugiare lo sguardo all’orizzonte rabboccando elegantemente il calice. Il trio viaggia e volendo si sarebbero potuti risparmiare una decina di minuti di suono ma è il gioco delle parti ed io ridestarsi nei momenti cardine è talmente spontaneo e bello che non possiamo che essere un po’ indulgenti. Fortunati i millennial che troveranno questo disco ai mercatini tra vent’anni per due spicci. E suonandolo proveranno a rimettersi nel giusto equilibrio, con giusto sguardo ed i giusti tannini. Delights of our Life?