EAReNOW – Eclipse (Wallace, 2009)

Qualcuno di voi se li ricorderà per un bel 3" mcd d'esordio che ormai risale al 2003, ma mai ritorno fu più gradito: questo disco è splendido, vi suggerirei di appuntarvelo in agenda fra le cose che vale la pena di provare ad ascoltare. Ci ho impiegato un po' di tempo per recensirlo, ma solo e semplicemente perché il tempo che ho è quello che è, ma credo che insieme all'ultimo Rapoon sia uno dei dischi da recensire che ho ascoltato con più piacere da un po' di tempo a questa parte, tutt'altro genere ma stesso tipo di godimento. Il "trio" si compone di Xabier Iriondo, Paolo Cantù, mai sufficientemente ricordato "ghost-player" in A Short Apnea, Uncode Duello ed in buona parte dei lavori in cui vedete comparire Iriondo e Alberto Morelli, che ha suonato "solo" su dischi di De Andrè, Dissoi Logoi, Tangatamanu ed una riga di altri lavori; come se una tale line-up non bastasse, al nucleo si sono aggiunti anche Gianni Mimmo, Federico Senesi, Roberto Mazza, Rosa Corn, Federico Cumar e Cristian Calcagnile. Come avrete immaginato leggendo alcuni nomi degli ospiti il disco flirta.. anzi, sfocia in modo prepotente nella musica colta, musica contemporanea quindi e lo fa senza nessun tipo di riserva, il fatto è che si tratta sì di musica contemporanea, ma che resta comunque molto fruibile e più che mai evocativa. Per quanto sia patetico fare dei nomi ed accostare i dischi di cui parli a quelli di altri musicisti, se potesse aiutare ad inquadrare il lavoro diciamo che dal primo momento mi ha fatto venire in mente compositori come David Shea, alcuni lavori non seriali di Riley per il Kronos Quartet, oppure Bryars quando non nasconde di essere un ex-jazzista e si concede alla contemporanea. Il disco è molto vario e in alcuni punti ricorda davvero alcune cose di Shea e lo fa citando continuamente quell'approccio da compositore di colonne sonore (non a caso Shea in parecchi dischi ringrazia Morricone, Trovaioli, – ed anche Scelsi – per averlo ispirato), visti gli accostamenti è facile pensare che ci sia un richiamo al minimalismo, ma giusto per alcuni tipi di soluzione stilistica e di gusto, anche perché poi di ripetizioni quasi a loop e di serialismo non c'è n'è la minima ombra. Fra i singoli suoni e gli arrangiamenti di fiati ci sono delle chicche mica da ridere: melodia, evocazione, un minimo di accostamento alla tradizione e qualche suono più sperimentale, tutto che fluttua in equilibrio su di un filo invisibile grazie a cui gli EAReNOW rendono ascoltabili dei passaggi e delle tensioni stilistiche che altrove peserebbero una tonnellata. Un gran disco che oltre a trovare casa su Wallace, Phonometak e Amirani vede la comparsata inedita della ReR Megacorp e scusate se è poco.