Eagle Twin – The Unkindness Of Crows (Southern Lord, 2009)

Non è stato facile scrivere del disco d’esordio di questi Eagle Twin e anche ora, a giochi fatti, ho la sensazione che qualcosa ancora mi sfugga, come se non fossi riuscito ad abbracciare l’album nella sua interezza. Partiamo dall’inizio; sembrava una cosa semplice: duo con batteria e chitarra baritono, un uomo dai nobili trascorsi (Gentry Densley, già Iceburn, ora Ascend), il consueto immaginario di morte, fuochi e uccellacci neri, il suono, a suo modo rassicurante, delle cose migliori della Southern Lord. Invece… Invece tutto questo è solo lo strato più superficiale di un disco che fa piazza pulita dei riferimenti stilistici e sembra provenire direttamente dal tempo in cui luce e tenebre erano ancora indivise. Musica mutevole, quasi sempre lenta e spesso disarticolata, un folk archetipico, pre-umano, che disegna paesaggi lividi attraversati da scariche elettriche. Se a volte emergono punti di contatto con suoni già esistenti, il doom dei ’70, gli Om degli esordi, gli abissi dei gemelli siamesi Ascend, è perché questi, occasionalmente, si sono abbeverati a quella fonte. Gli Eagle Twin invece vi affondano le radici e addentrandosi nel disco si sprofonda con loro. La prima metà è tutto un precipitare, fra chitarre fuori controllo e momenti di silenzio solcati da una voce grottesca, la seconda, più canonica, è un faticoso riemergere, senza che ci si riesca mai completamente. Forse per questo, giunti alla fine, il senso di incompletezza spinge a tornarvi di nuovo.

Postilla: poco dopo aver concluso la scrittura mi sono procurato una copia di Fiori E Insetti, raccolta poetica di Ted Hughes, autore citato nelle note di copertina e il cui poema Crow ha ispirato il gruppo durante la composizione dell’album. Cito dall’introduzione di Nicola Gardini: “Per Ted Hughes la poesia abita le regioni degli istinti primordiali. Appartiene piuttosto alla natura che alla cultura, è al servizio piuttosto della sopravvivenza che della storia o della geografia.” Se l’avessi avuta fra le mani prima, mi sarebbe stato sufficiente sostituire “Ted Hughes” con “Eagle Twin” e “poesia” con “musica” e la recensione sarebbe stata bella che fatta. Pazienza.