Esattamente due anni fa usciva questa cassetta di Dusted Lux ovvero Lee Camfield, ex Sutekh Hexen con all’attivo un ottimo disco con Merzbow su Cold Spring e varie altre uscite: è un passaggio molto interessante della sua storia musicale che vale la pena di ascoltare per la sua gradevolezza e la sua sostanza. I tre quarti d’ora del disco sono impostati sulla rielaborazione di campioni con chitarre e tastiere che penso siano suonate, ma la stratificazione dei suoni è talmente curata che la musica risultante è perfettamente omogenea: il rumore che riecheggia qui è là fa da filo conduttore tra le musiche che sono senz’ombra di dubbio ad alto tasso psichedelico e dotate di fulminanti crescendo. Nenie cristalline che si sfocano, fruscii ed echi sono tutti perfettamente miscelati a comporre brani lisergici dotati di drammaticità e lirismo, ma senza mai strafare: paradossalmente è talmente elaborato con attenzione che risulta naturale e spontaneo, vero esempio di come non sia né facile né immediato fare un disco di questa caratura “con le macchine”. I sogni ad occhi aperti si dispiegano davanti a voi con ritmi più o meno accennati e vere proprie visioni musicali che si evolvono in un caleidoscopio uditivo mirabolante: è raro cadere in un incantesimo così riuscito già al primo ascolto. Il noise più psichedelico con accenni kraut si fonde qui con un approccio che trovo vicino anche ad alcuni musicisti più legati al downtempo come Martin Dosh e il risultato è eccellente.