Dubby Dub – Rocknroll Head (Alka, 2011)

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 Una testosteronica boy band ferrarese meno muscolare e più dialettica di quanto non sembri ad un primo ascolto, questo sono i Dubby Dub. La fa da padrone una percussione compulsiva stile Vinnie Signorelli e una chitarra circolare come una gara di motoscafi. Lo ammetto, ero pronto a stroncarli solo perché mi son svegliato di cattivo umore, ma invece, non riesco a trattenere una malcelata simpatia per questi ragazzoni cresciuti a piadine di catrame sotto la statua del Savonarola. La voce, tra l'altro, quando prende coraggio, si allontana dalla formazione a squadriglia degli strumenti e si veicola verso stridori iperfiltrati tanto cari a chi, come me, va ancora al mare ascoltando biascicare David Yow nell'ipod. Sempre in tema, talvolta gli strumenti si compattano rocciosamente sotto un muezzin così simile a quello di Gibby Haynes da rasentarne il plagio. Purtroppo, con il procedere dei pezzi si intravede un impaludamento creativo che preferisce attingere alla facile psichedelia grunge piuttosto che improvvisare ancora in territori accidentati. Peccato. Però sono simpatici e svegli. Il bello del rock è che quando c’è qualcuno intelligente che suona te ne accorgi subito.