Dream Weapon Ritual – The Uncanny Little Sparrows (Boring Machines, 2017)

Simon Balestrazzi qui è di casa (mi sa che ha pure le chiavi) e stessa cosa potremmo dire per i suoi Dream Weapon Ritual (progetto in duo con Monica Serra) più volte recensiti dal nostro Andrea Ferraris. Fedeli ai dogmi esoterico-meditativi che li hanno sempre accompagnati, anche stavolta il duo non si sposta dalla spremitura incandescente dei precedenti lavori. Nenie alla Jarboe (quando rovesciava gli occhi) accompagnate da cigolii sinistri, sedie che strisciano e fantasmi che sbattono. Se è la prima volta che vi avvicinate al colto rumorismo elettronico alternativo sarete entusiasti del progetto, al contrario se è trent’anni che meditate nella posizione del loto forse passerete oltre. Sia chiaro che non stiamo squalificando il lavoro, anzi ricco di suggestioni e presenze più o meno palpabili: una continua ricerca di atmosfere e spazi che cresce progressivamente al dilatarsi del suono nell’ambiente. Impossibile non segnalare il mastering di James Plotkin. Insomma la Boring Machines, ancora una volta,  rimane sul trono della miglior label di ricerca nostrana. Forse non è l’album dell’estate, ma ha sicuramente i numeri giusti per avere l’attenzione dell’intellighenzia di settore nazionale. Per palati finissimi ma al contempo avvezzi a masticare spettri rotti.