Dream Weapon Ritual – Another View (Ticonzero, 2011)

Giusto per diversificare ulteriormente la discografia di Simon Balestrazzi, il musicista parmigiano ritorna con un progetto che avevamo già recensito in passato, essendo questo Another View a ridosso di un disco in solo che si rifà a vecchi ostici territori industriali e all’indomani della ristampa del primo disco dei T.A.C.. In Dream Weapon Ritual la melodia e la delicatezza prende molto più piede che in altri lavori che coinvolgono questo musicista e così accade che pur trattandosi di un lavoro molto profondo e molto crepuscolare non sia per nulla privo di una certa ascoltabilità. Il disco si compone di strumenti a corde, rumori e percussioni metalliche molto soft che ogni tanto attraversano il paesaggio sonoro insieme a qualche suono elettronico, ma le voci femminili e gli strumenti a corde la fanno da padrone nel primo dei due episodi. Infatti in Unending Green Waves a tratti sembra di essere in sospensione fra la maliconia di un ricordo ed Ulisse legato al palo che ascolta la voce delle sirene e quindi direi che si tratta di undici minuti di puro piacere. La cifra stilistica di Big Hungry Birds non cambia particolarmente anche se si tratta di una traccia molto più geometrica, nonostante molte sensibili differenze, l’uso della voce femminile e le basse ritmiche che pulsano regolarmente per buona parte della canzone fanno pensare ad uno sviluppo di quello che veniva definito il suono di Bristol. Anche in questo secondo episodio melodia e malinconia sembrano essere le parole chiave di tutto il pezzo. Uno dei migliori lavori di Balestrazzi nonchè uno dei migliori dischi ascoltati quest’anno.