Nell'esplorazione del nuovo underground italiano i Dogs For Breakfast si incastonano perfettamente tra le facce più interessanti di quest'anno. E sono anche "nel giro giusto", come direbbe il Bugo, osservando le collaborazioni succose di questo lavoro: Luca T. Mai (Zu, Psychofagist), il Blocco A e il suo stesso mentore Giulio "Ragno" Favero. Senza ombra di dubbio hanno le potenzialità per assurgere all'olimpo del post-metal italiano al fianco di Dead Elephant, Inferno, Psychofagist e Vulturum. Staremo a vedere quale longevità artistica saranno in grado di mantenere. I venti minuti di questo mini si snodano attraverso un drammatico sabbat debitore tanto degli Helmet di Meantime quanto di una ricercatezza chitarristica che richiama immediatamente alla memoria i mai troppi incensati Black Elk di Portland. Schegge di blues quindi, esplose fuori dalla roccia di una chitarrra ribassata senza compromessi. Se proprio devo muovere una critica alla fantasia del terzetto piemontese lo faccio per la scelta del nome stesso che, a mio giudizio, lascia troppo poco spazio all'immaginazione. Cosa ingiusta visto quello che si scatena quando parte il play del lettore cd.