Demikhov & Nadsat – Calling All Evil Sons (Overdrive/Produzioni Rumorose, 2024)

Demikhov e Nadsat sono tra le band noise rock e/o post-hardcore più continue, coerenti e rumorose del panorama italiano.
Nonostante esistano e picchino musica da diversi anni, è la prima volta che capita di scrivere di una loro produzione. Fortuna vuole che questa sia uno split, quindi, pigliamo due piccioni con una fava. Calling All Evil Sons esce per Overdrive e, su cassetta, per Produzioni Rumorose, l’etichetta dei Demikhov.

In buona tradizione hardcore, in due pezzi per ciascuno, viene racchiusa tutta la rabbia iconoclasta e atonale delle due band.
I Nadsat, da Bologna, impersonificano e danno forma sonora alla rabbia cruda, cieca, radicale del post-hardcore talmente furente da ricordare addirittura il death metal degli Entombed.
Le loro sono canzoni frenetiche, brevi e veloci. Nessuna delle due qui presenti raggiunge i due minuti e mezzo di durata.
A spiccare è una voce lacerata e demoniaca che fa da contorno a suoni, o meglio rumori, devastati. Sembra di ascoltare una versione ancora più dilaniata degli Unsane.
I pezzi sono diretta emanazione del disco del 2023, Torn Times, uscito poco più di un anno fa.

I Demikhov, da Desenzano del Garda, propongono un noise più destrutturato, sperimentale e atonale. Forse più interessanti sul piano prettamente compositivo, ma qui è solo questione di gusti, i nostri spaziano da suoni industrial a cavalcate elettriche dal piglio stoner. In generale la band lacustre, molto attiva anche sul fronte produttivo, è salita all’onore del post-metal nostrano con l’indimenticato Experimental Transplantation of Vital Organs (2016). L’ultimo The Chemical Bath (2023) è un lavoro stratificato ed eterogeneo. Un parallelismo attitudinale potrebbe essere con gli Hate&Merda, anch’essi partiti da un genere “canonico” e poi inabissatisi nell’oscurità del rumorismo atonale.
I pezzi dell’EP sono brevi suite di pura disgregazione amelodica. I suoni sono disintegrati e rimescolati. Il mix è magmatico.

Lo split scorre velocissimo. La differenza stilistica tra le due band aiuta a non scadere nella monotonia. Per quanto mi riguarda è un lavoro utile a riprendere in mano la (spesso poco considerata) “scena” noise nostrana.