Delmore FX è un personaggio strano, bulboso direi. Appare sempre in movimento, nelle macchie unticcie agli angoli dei libri di storia. La sua ultima produzione si intitola Scompaio, esce per ArteTetra ed inizia catapultandoci in una vischiosa acustica ronzante e mini percussiva. Scomparendo Elia Buletti (ticinese emigrato da anni a Berlino) lascia spazio all’automatismo perverso dei ritmi che, cadenzati asincronicamente, ricreano la confusione di un gioco che non possiamo controllare, ma soltanto ascoltare beati gioendo. C’è molto gioco e molta innocenza, quasi avessero lasciato Raymond Scott da solo in un bosco per degli anni, a contatto con specie senza possibilità di comunicazione che non fosse quella sonora. L’umidità, i ronzii, i microsuoni, la memoria ed il tentativo di recuperare parti mancanti di suono…Scompaio è un lavoro che trasmette una certa gravità ed una certa impotenza, di fronte a quello che pare essere un cambiamento per fermentazione o per tumefazione. In qualche modo potrebbe forse essere addirittura avvicinabile a William Basinski oppure ad Alvin Lucier, se questi fossero stati rimpinzati di guava e di larve di cimici. Oppure, lì in fondo, potrebbero risuonare resti di altre civiltà, chi lo sa, chissà come potrebbero suonare le larve medesime se solo potessimo ascoltarle?
Forse questo disco è un passaggio altro all’ascolto di specie, un lavoro del quale noi umani possiamo soltanto essere fruitori e, tonti quali siamo sempre stati, ci sforziamo di leggere dei messaggi di senso compiuto in una lingua che non ci compete più. Non saprei dirlo, so soltanto che l’entomologia mi interessa parecchio e, calibrando il respiro, porgerò comunque l’orecchio a questa disastrata orchestrina nascosta da qualche parte, qui, sotto questa o quest’altra foglia.