A questo giro ritorna Cristiano Deison, che vanta una carriera solista di tutto rispetto divisa fra dischi in proprio e collaborazioni o split con gente come KK Null, Scanner, Thurston Moore e Teho Teardo (assieme al quale aveva militato nei Meathead). Il friulano ritorna con un lavoro molto diverso dalla collaborazione con KK Null (giova ricordare che il disco con il giapponese è un capolavoro), infatti Quiet Rooms lo riporta su di un terreno in cui lo riconosco maggiormente. Ciò non tanto perchè sia più a suo agio alle prese con i drones, ma solo e semplicemente perchè nonostante qualche piccola variazione questo CD non è troppo distante dallo stile di altri dischi solisti di Deison (ad esempio il suo penultimo lavoro Night Sessions su Silentes). Drones soft e notturni che si stendono a tappeto e che in Quiet Rooms la fanno da padrone per tutta la durata del disco: nelle stanze attraversate dal friulano i “tappeti” vengono forati da alcuni suoni che arricchiscono il tessuto senza stravolgerlo, l’effetto è ben lungi dalla musica dark ambient e a tratti risulta persino estatico. Com’è lecito aspettarsi da un disco del genere i suoni vengono sviluppati lentamente, senza aver fretta di farli scomparire o di cambiare atmosfera, anzi Deison cerca di portarli più a lungo che può.