Il passato che ritorno non è, in genere, una buona cosa: fantasmi, storie che credevamo dimenticate o, quando va bene, minestre riscaldate; ma se si mettono al bando i preconcetti, lo si legge criticamente, gli si trova un senso nel presente che esuli dalla nostalgia, allora può diventare qualcosa di produttivo. È proprio quello che riesce a Deison in questo doppio Magnetic Debris: immagino sia un po’ come capita ai chitarristi che estraggono dal cassetto un vecchio riff che, con poche modifiche, si rivela perfetto per un pezzo nuovo. Questi sono suoni che hanno attraversato il tempo e lo spazio provenendo da luoghi e periodi diversi, qualcuno più, qualcuno meno strutturato, e che qui trovano forma compiuta e coesa in un lavoro che elude l’effetto compilation, andando a costituire un’opera di revisione coerente ed organica ma non omogeneizzante. L’unità di spazio e tempo che costruisce Deison in questi due volumi trasforma infatti le tracce senza snaturare le caratteristiche di partenza: se il tono è sempre scuro e i suoni materici e quasi tangibili, possiamo comunque distinguere il carattere isolazionista di Reverso, fra stridori industriali e coltri di synth che sfiorano l’elegia, o il delicato rumore di Dust Particles o ancora le pulsazioni superbasse di Sounds on Interior of Wreckage, che sul finale trasportano suoni metallici quasi free. Ed è un viaggio nel viaggio scoprire l’origine dei disparati suoni che stiamo ascoltando: nastri totalmente dimenticati o a malapena datati, loop pianistici abbandonati per 25 anni, registrazioni in misteriosi bunker da qualche parte in Nord Italia o interferenze magnetiche di cui conosciamo luogo, data e ora della registrazione. Si fanno così ancor più apprezzare i gemelli diversi Nothing Is Real e Magneto Pausa, concreto ed espanso nel vuoto il primo, più soffuso e stratificato il secondo, e le differenze fra Terra Firma, contenuta nel 10” Substrata, e Hidden Light, che ne è la versione editata, ma in generale ogni pezzo porta con sé suggestioni che vanno oltre il semplice fatto musicale, per i motivi che si dicevano in apertura. Magnetic Debris vol.1 & 2 è dunque un album che si fa godere per ragioni squisitamente musicali, ma che potenzia il proprio effetto se ci si immerge nel concept, nient’affatto banale, attraverso la lettura delle note di copertina.
Deison – Magnetic Debris vol.1 & 2 (Dissipatio, 2022)
