Deison & Cranioclast – Cold Star: A Noise Inc (13/Silentes, 2025)

Tornati in attività da qualche anno (rimando all’ottimo articolo su Quaderni D’Altri Tempi, per chi volesse approfondire) i Cranioclast si uniscono al friulano Deison per un album collaborativo dove il sodalizio è subito cementato dall’adesione, da parte dell’italiano, al gioco degli anagrammi che da sempre caratterizza i tedeschi: il nome di ogni brano è la ricombinazione delle lettere che compongono le due ragioni sociali, salvo alcuni che contengono anche altro e che vanno decifrati.
Eppure – sarà suggestione – molti di titoli si adattano talmente bene alla musica, da far pensare che la titolazione sia precedente alla creazione del brano, lasciando al determinismo linguistico il ruolo di guida creativa: ci sorprenderemmo solo fino a un certo punto. D’altra parte, cos’è, se non una Sonic Declaration, una traccia d’apertura dove cadenze ripetitive ci ipnotizzano mentre frequenze disturbanti, ancor prima che disturbate, percorrono lo spazio ora come presenze brulicanti, ora come figure incorporee, dettando quelle che saranno le linee lungo cui si muoverà il lavoro?
Nato da uno scambio di file audio durato oltre 5 anni, Cold Star: A Noise Inc, ha la cifra del vero lavoro cooperativo: pur conoscendo la discografia degli artisti all’opera, non vi sarà facile distinguere i singoli contributi, ammesso che ciò abbia senso.  Ugualmente superfluo è interrogarsi sulla natura dei suoni, la cui origine di rado è riconoscibile (alcune voci, forse un sintetizzatore, oggetti di metallo variamente suonati,..): quello che conta è la loro presenza qui ed ora, il loro impossessarsi dello spettro sonoro e dello spazio, ridefinendoli.
Immerse in un’atmosfera sporca, che giustappone suoni cristallini e rumore, le sonorità torride, sezionate da battiti abnormi di Disconnect Solaria, l’ipotesi di colonna sonora che si arena fra le secche delle dissonanze in Add Necrosis Tonal, la progressione aritmica di Loss Draconic Tenia, le nebbie che ci rimandano echi jazz e memorie di poemi nella lunghissima Nico Closed Sinatra, possono anche essere catalogate come ambient – per quanto cupa e inquietante – ma è un’ambient che non ha spazi da sonorizzare, né paesaggi a cui ispirarsi, tantomeno immagini da suggerire.
Cold Star: A Noise Inc non rappresenta che sé stesso e solo a sé stesso e al proprio universo rimanda; un universo dove le parole, la musica, finanche le personalità degli artisti, sono altro da ciò che conosciamo.  Ma proprio perché il nostro punto di ascolto è esterno al contesto che l’ha generato, l’album assume per noi un diverso valore: quello di una dichiarazione di fede e di amore nei confronti del suono e della sua capacità di creare.